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Dai mercati: l’uva non conquista, prezzi fermi

Simposio Internazionale Uva da Tavola

L’uva stenta, poca domanda e prezzi non esaltanti. A myfruit.it lo confermano dai centri all’ingrosso di tutta Italia

L’uva stenta, poca domanda e prezzi non esaltanti. A myfruit.it lo confermano dai mercati all’ingrosso di tutta Italia, dove la frutta del momento – dicono i grossisti – non entusiasma i consumatori. Eppure si difende la qualità del prodotto. La frutta estiva è archiviata ma, visto il clima instabile, in alcune piazze viene più facile vendere le pesche che alcuni prodotti tipici dell’autunno. Tutti i rappresentanti dei grossisti citano l’avvio delle vendite delle prime clementine, dei cachi e dei cachi mela, l’assortimento quasi completo delle mele e il freno a mano tirato per le pere in attesa del freddo. Il tour settimanale di myfruit.it ha toccato i mercati di Torino, Verona, Firenze, Fondi, Bari e Cagliari.

A Torino: “Brutto anno per l’uva”

caat torino

caat torino

Stefano  Cavaglià, presidente di Fedagro Torino,  non ha dubbi sull’andamento dell’uva nella capitale sabauda e in Piemonte: “Continua a non crescere la domanda. Un brutto anno“. Seppure la qualità ci sia, manca l’interesse dei consumatori.  “Per i prodotti invernali siamo partiti con il comparto delle mele: la qualità è buona,  i prezzi  rispettano la  media media degli ultimi anni“. Ancora più invernali sono le castagne: “Ma con questo clima abbiamo meno attenzione del consumatore. C’è una gran difficoltà  vista anche la maggiore precocità che non sempre rispecchia le reali esigenze e  preferenze dei consumatori. Per capirci avevamo castagne  i primi giorni di settembre e questo incide sul valore qualitativo del prodotto”.

E a Verona: “Scambi rallentati”

Lo ha già raccontato a myfruit.it  e lo ripete Marco Benedetti, ispettore del mercato di Verona, che quest’anno: “L’ uva è ancora ferma. Parlano i prezzi. Il prezzo medio della massa  va dai 0,90 a 1,20 ma si svende anche a 0,60. Poi naturalmente c’è il prodotto extra che va sopra i due euro“. Un’altra conferma. “Sui prodotti  invernali stiamo entrando nel vivo della commercializzazione  dei cachi. Quello di produzione locale è stato vittima delle avversità meteo, c’è poco prodotto buono. Il prezzo va da 1,20  fino 2,20 per le pezzature più  grosse.  Dalla Spagna  arriva soprattutto il caco mela che sta in una forbice tra 1,50 e 2,20″. Per quanto riguarda altri frutti? “Si sta avviando la vendita delle pere,  le varietà delle mele è completa.  Si aspetta solo la Pink Lady. La prima Fuji  quota  1,50/1,60“. E’ poi iniziata la campagna delle melagrane siciliane: “Con quantitativi discreti. Sul fronte della verdura  negli ultimi  giorni  le zucchine sono schizzate a 1,80 per quelle di Fondi, la produzione locale oscilla da 1,50 a 1,70. Buon prezzo anche per i cavolfiori  che vanno da 1,50 fino a 2 euro al chilo”. La foglia larga sostituisce l’insalata.

Terza conferma da Firenze:”Pochi volumi per l’uva”

Terza tappa, terzo mercato, terzo rappresentante  dei grossisti a confermare l’annata grigia dell’uva. Aurelio Baccini, presidente di Fedagro Firenze e vice presidente nazionale, ci offre la sua fotografia: “Si sconta un po’ di crisi,  non si scambiano grossi volumi  nelle contrattazioni che restano modeste. Il prodotto della Puglia nonostante   la buona ed ottima qualità  presenta prezzi sotto le aspettative. Siamo tra  1 e 1,50 poi chiaro che il top di gamma costa di più”. Poco movimento anche per le pere: “Vanno piano, si fa fatica a vendere. Si aspetta il freddo, con queste temperature è più facile vendere una buona pesca come la  siciliana Leonforte. Le mele sono entrate al 100% con  quasi tutte le varietà e con un prezzo medio di 1,50″. Cambio stagione per gli ortaggi: “Vanno cavolfiore, zucchine entrambi sui 2 euro e poi porro, spinaci, cime di rapa che hanno una quotazione di 1,50″.

A Fondi cambia il clima

Mercato di Fondi

Verso sud. Siamo a Fondi dove Elio Paparello, vicepresidente vicario di Fedagro Fondi, ci offre la sua analisi:  “Qui  gli scambi sono discreti, si vende l’uva Italia e il mercato regge. Il prezzo va da 1,30 a 2 euro, poi si vendono le clementine: quelle spagnole, ma si stanno vendendo anche le italiane che arrivano da Puglia e Basilicata. Il prezzo va da 1,50  a 180. Il cachi c’è, ma poca merce e consumo  lento. Sulle pere c’è un po’ di movimento.  mentre dormiamo sulle mele”.  Sul fronte ortaggi: “Stanno andando meglio peperoni e melanzane; anche cavoli, broccoli. I prezzi vanno da uno a 1,50.  C’è maggiore richiesta perché manca del prodotto mentre l’insalata è un po’ ferma  e siamo dai 0,80 a 1 euro“.

Bari:”Buona richiesta di fichi d’india”

Pino Lucatorto

Pino Lucatorto, presidente di Fedagro Bari, sull’uva è chiaro: “Sarà paradossale ma Bari non è proprio il mercato dell’uva perché c’è molta offerta dei piccoli e quindi i più organizzati  vanno  verso l’export”. Nel capoluogo della Puglia vanno bene le mele e il presidente ci parla di un frutto di cui si parla poco al nord: “C’è buona richiesta di fichidindia siciliani da 1,50 a  2,30  ed è frizzante la richiesta di cachi mentre c’è poco consumo di pere”. Sul fronte ortaggi: “Ora c’è la svendita del prodotto. Le melanzane per esempio vanno sui 0,40/0,50 euro perché siamo alla fine e si attende la produzione  siciliana”.

Anche in Sardegna l’uva non conquista c’è dell’invenduto

Cenzo Pisano, presidente di Fedagro Cagliari,  sull’uva segue la linea dei suoi colleghi della terraferma: “C’è tanta uva, dalla pugliese alla siciliana e poco prodotto locale. Il prezzo oscilla da 1,30 a 1,70 e  il prodotto è buono,  ma si vendicchia e in alcuni casi resta pure dell’invenduto“. Cosa si vende in Sardegna? “Ci sono i primi cachi d’importazione dal Veneto e dal Lazio intorno a 1,80/due euro poi le clementine spagnole. Ma si tratta di quantità ridotte. Vanno bene le verdure a foglia larga. Le zucchine di produzione locale sono salite sopra i due euro”.

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