Mentre anche la Sicilia rientra nei piani della Ferrero per lo sviluppo della corilicoltura, come dimostra l’accordo sottoscritto a livello regionale nelle scorse settimane, l’isola o almeno una sua parte deve ancora fare i conti con il problema dei ghiri, vero e proprio flagello anche per le nocciole. Tanto che nei giorni scorsi, presso la sede della Ripartizione Faunistico-venatoria di Messina, c’è stato un incontro per parlare proprio di questo problema. Da qualche tempo, infatti, la zona dei Nebrodi soffre per una sovrappopolazione di ghiri, animali molto dannosi per la corilicoltura. La riunione è stata convocata dal Dirigente della Ripartizione, Ettore Lombardo, e vi hanno preso parte tra gli altri il sindaco di Ucria, Giuseppe Lembo, il sindaco di Sant’Angelo, l’assessore Mastrantonio del Comune di Raccuja, il Dirigente dell’Ispettorato provinciale dell’Agricoltura, il presidente del collegio degli agrotecnici e dei periti agrari, i rappresentanti delle organizzazioni professionali di categoria e i componenti dei comitati spontanei. Poche novità, tuttavia, sono emerse dall’incontro, perché deve ancora essere modificata la legge 33 del 1997, riguardante la tutela della fauna selvatica. Al momento, tra le possibili azioni tampone, si sta pensando alla creazione di corridoi di delimitazione e all’installazione di strumenti di dissuasione, come gli ultrasuoni, che dovrebbero allontanare questi roditori dai fondi agricoli.
Nocciole, nei Nebrodi è ancora emergenza ghiri
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