Occorre fare sistema per potere essere competitivi. Anche nel settore della nocciola. E’ questo, in sintesi, quanto chiede Confagricoltura all’indomani del convegno “Nocciolo, economia di un territorio” che si è svolto la scorsa settimana a Cherasco (CN). L’iniziativa, organizzata dalla sezione locale di Confagricoltura in collaborazione con l’associazione di produttori Ascopiemonte e Piemonte Asprocor, ha visto tra i diversi ospiti anche la prestigiosa presenza di Nizamettin Dogan Güne, rappresentante del ministero dell’Economia della Turchia. Questo Paese, infatti, è come noto di gran lunga il più grande produttore di nocciole al mondo, con una quota di circa il 68%. L’Italia, invece, con le sue circa 85.000 tonnellate di produzione nel 2014, che rappresentano l’11% a livello mondiale, si colloca al secondo posto nella classifica della produzione corilicola internazionale.
Il convegno della scorsa settimana, giunto alla seconda edizione, ha visto la partecipazione di oltre 500 persone e sta diventando il punto di riferimento nazionale in materia di corilicoltura. Per il presidente della Federazione nazionale di prodotto della frutta in guscio di Confagricoltura, Giuseppe Russo, “considerato il trend positivo dei consumi sarebbe auspicabile l’incremento delle superfici produttive, sia nei territori delle aree storicamente vocate, sia in quelli che potenzialmente potrebbero diventarlo. Il nostro Paese ha bisogno di definire una strategia nazionale che tenga conto dell’evoluzione del settore”. Il rappresentante del ministero dell’Economia della Turchia, Nizamettin Dogan Güne, ha poi annunciato che il suo Paese presta grande attenzione all’evoluzione del comparto e intende investire risorse considerevoli per lo sviluppo della corilicoltura. “Nei prossimi otto anni – ha detto – contiamo di portare a 350.000 tonnellate l’export di prodotto sgusciato”. Il direttore di Confagricoltura Cuneo Roberto Abellonio, intervenendo ai lavori, ha confermato ai dirigenti della multinazionale dolciaria Ferrero la disponibilità del mondo produttivo “a consolidare le relazioni commerciali in atto, al fine di giungere a una migliore integrazione dei rapporti di filiera”.