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Castagne, la Toscana chiede lo stato di calamità

Dopo i numeri disastrosi della raccolta 2014, la Regione Toscana ha chiesto nei giorni scorsi il riconoscimento dello stato di calamità naturale per i castanicoltori dei comuni della Valle del Serchio e del Mugello, tra le province di Lucca e di Firenze. Se la domanda sarà accolta, gli agricoltori potranno beneficiare di prestiti agevolati e del blocco dei pagamenti degli oneri previdenziali e assistenziali. Secondo i dati stilati dalle relative province, la produzione di castagne e marroni, durante l’ultima annata, ha subito un calo di oltre il 60%, con conseguenti danni economici insostenibili per i produttori. Sul banco degli imputati, ancora una volta, è il cinipide del castagno, un insetto conosciuto anche come “vespa cinese”, già responsabile della distruzione di interi castagneti non solo in Toscana, ma in tutta la Penisola. A questo problema, si sono aggiunte le bizzarrie del clima, che hanno provocato marcescenze varie. “Il periodo estivo 2014 – ricorda la Regione nella sua relazione – è stato eccezionalmente piovoso e fresco e il successivo periodo autunnale con temperature nettamente più elevate del normale e piogge nella norma o abbondanti, venendosi così a creare le condizioni ottimali per vari agenti patogeni, tra cui il più dannoso per la sanità della produzione è stato il marciume dei marroni e della castagna”. Ora, gli agricoltori coinvolti attendono risposte dal mondo della politica.

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