L’agricoltura piemontese continua a vivere un momento congiunturale difficile a causa della crisi economica e del blocco delle esportazioni in Russia, ma l’occupazione nel settore primario tiene e anzi il 2014 si mostra in controtendenza rispetto a molte altre regioni d’Italia. A rivelare questi dati è Coldiretti, che fa notare come l’occupazione nell’agricoltura, in Piemonte, sia cresciuta nell’ultimo anno del 4,1%. A dare un grande contributo a questo dato decisamente sorprendente ha contribuito la filiera della nocciola, sempre più un comparto trainante per l’economia di questa regione. “C’è sempre più richiesta nel mondo per la qualità della nostra produzione – ha commentato il presidente di Coldiretti Piemonte, Roberto Moncalvo – e siamo noi a dover lavorare per migliorarla e metterla a sistema anche in vista dell’Expo, una vetrina che ci vedrà in prima fila. Un’occasione per tutte le nostre 60 mila imprese associate”. Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Piemonte, ha aggiunto: “Questo 2014 verrà ricordato soprattutto per la crisi legata all’embargo con la Russia, Paese che acquista abitualmente circa il 40% della frutta che esportiamo. Permangono anche le criticità storiche dell’agricoltura piemontese, incapace di sviluppare tutto il suo potenziale. Proprio per questo abbiamo messo in campo diversi nuovi progetti per la valorizzazione del lavoro e delle produzioni attraverso il rafforzamento di nuove filiere, che ad oggi realizzano un valore annuo di 73 milioni di euro. Nel frattempo continueremo a potenziare la rete di vendita diretta di Campagna Amica, già forte in Piemonte di 130 mercati e 930 punti aziendali”.
La nocciola traina l’occupazione in Piemonte
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