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Castagne, minimo storico per l’Italia

La castanicoltura continua a soffrire in tutta Italia, sia a causa di problemi ormai tristemente noti (il cinipide galligeno, che continua a imperversare in diverse parti della Penisola), sia per motivi contingenti, come lo sono state le difficili condizioni meteo. Secondo Coldiretti, tuttavia, quest’anno le cose sono ancora peggiorate rispetto agli ultimi anni, dal momento che la produzione complessiva nazionale si attesterà ben al di sotto dei 18 milioni di chilogrammi del 2013, per arrivare praticamente ad essere 1/3 di quella che era soltanto 10 anni fa. “Un duro colpo – commenta Coldiretti – per un alimento che nel 1911 aveva raggiunto addirittura una produzione record di 829 milioni di chili, con il castagno che riveste peraltro un ruolo importante in molte aree collinari e montane del nostro Paese, non solo per la produzione di frutti e legno, ma anche per il presidio del territorio. La bellezza dei boschi, con castagni spesso centenari, rende fruibili tali luoghi anche per scopi turistici…Il taglio dei raccolti italiani ha favorito le importazioni che sono quasi raddoppiate, passando dai 38,7 milioni di euro del 2012 ai 67,8 milioni di euro del 2013. L’amaro risultato è che gli italiani hanno più del 50% di probabilità di trovarsi nel piatto, senza saperlo, castagne straniere provenienti soprattutto dalla Spagna, dal Portogallo, dalla Turchia e dalla Slovenia”.

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