Si può scendere in piazza anche per le castagne. E’ successo in questi giorni a Mercogliano, un centro di poco più di 12.000 abitanti in provincia di Avellino, dove la castanicoltura rappresenta un’importante fonte di reddito. Diversi cittadini si sono costituiti in un comitato per chiedere ai produttori di utilizzare soltanto la lotta biologica nel contrasto al cinipide galligeno, la famigerata “vespa cinese” che da alcuni anni ha provocato danni molto seri in tutta Italia. Il comitato non accetta infatti che siano impiegati trattamenti antiparassitari. Per i promotori dell’iniziativa, quindi, il contrasto al cinipide va portato avanti solo con lanci di torymus sinensis, l’insetto già adottato con successo in diverse zone d’Italia. Il comitato civico, oltre che ai produttori, si è rivolto anche alla locale amministrazione comunale, chiedendo “un’azione più incisiva di controllo e salvaguardia del territorio” e di “farsi portatrice, nei fatti, di una cultura del biologico, con la costituzione di una commissione composta da esperti tecnico – scientifici operanti nel settore…in grado di monitorare costantemente il territorio”. Quello del cinipide galligeno è ormai un problema tristemente noto in terra irpina. I primi avvistamenti di questo insetto altamente dannoso per la coltura del castagno risalgono al 2008.
Mercogliano in piazza per una castanicoltura “bio”
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