«Fino a quando le nocciole rotoleranno fuori dal territorio, i contadini resteranno poveri, pertanto noi lavoriamo affinché vengano trasformate nel luogo di produzione». È questo uno dei messaggi che Rosario D’Acunto, presidente dell’Associazione Nazionale Città Della Nocciola, sottolinea dopo la due giorni che ha visto la nocciola italiana protagonista al FICO Eataly World di Bologna durante l’ottava edizione del Nocciola Day, svoltosi lo scorso 7 e 8 dicembre.
Tra le criticità da affrontare, secondo D’Acunto «l’abbandono dei territori rurali e dei borghi. Ecco perché investire nella nocciola, prodotto sempre più richiesto da quella parte del mondo, l’est europeo e l’oriente, che si è ormai aperto ai grandi mercati».
Tra i temi affrontati all’interno del grande parco agroalimentare, quelli legati alle emergenze che interessano la nocciola italiana e i suoi territori hanno avuto un ruolo di primo piano, come d’altronde era già successo lo scorso 24 novembre in Sicilia a Ucri, in provincia di Messina, durante la 15° Assise nazionale della Città della Nocciola.
Per affrontare le emergenze serve un tavolo corilicolo nazionale
«Le emergenze non sono riassumibili solo nelle mutate condizioni climatiche che sicuramente incidono, ma sono sia emergenze storiche che nuove – continua D’Acunto – . Quello storiche sono lo sbarco di nocciole di dubbia provenienza nei porti italiani con il problema delle aflatossine. Le emergenze recenti sono quelle legate ad animali selvatici come ghiri, cinghiali e caprioli che in alcuni casi, come in Sicilia, hanno distrutto il raccolto di quest’anno».
Durante il Nocciola Day si è parlato di queste emergenze in un convegno specifico dal titolo “Che mondo sarebbe senza le nocciole” nel quale Pietro Gasparri, Dirigente dell’Ufficio PQAI II – Sviluppo Imprese e Cooperazione del Mipaaf ha comunicato per il prossimo gennaio l’istituzione di un tavolo corilicolo nazionale.
«È quello che chiediamo da tempo. L’Italia da 10 anni è senza una regia e una politica nazionale condivisa sulla nocciola. Sono stati commessi errori seri senza confrontarsi con gli altri player o stakeholder del settore con progetti come quello della Ferrero, Progetto Italia, della Nestlé e della Loacker, che trasformano una coltivazione rustica presente in territori vocati in una coltivazione monocolturale con elevati impatti ambientali; dalle risorsa idriche al carico di fitofarmaci, dalla modifica e alterazione del paesaggio all’impatto più rilevante che è la riduzione del prezzo delle famiglie contadine».
Da materia prima a “prodotto esperienza”. E c’è anche il turismo della nocciola
È soddisfatto Rosario D’Acunto dopo lo scorso week-end, che ha visto svolgersi, oltre all’evento del FICO, anche circa 300 eventi in tutta Italia che avevano l’obiettivo di valorizzare la nocciola italiana. «La nocciola italiana, quella dei territori vocati e quindi quella a Km 0 si eleva ormai, al pari del vino, da semplice materia prima a “prodotto esperienza”, tanto che sempre di più i consumatori responsabili e attenti si traferiscono per i loro soggiorni nei territori della nocciola per consumare il prodotto in loco e vivere questa nuova forma del turismo della nocciola».
Tra i tanti eventi che si sono tenuti al FICO, anche una sorta di sfida delle creme spalmabili alla nocciola, prodotto sulle prime pagine dei giornali da giorni dopo le recenti dichiarazioni del segretario della Lega circa la provenienza delle nocciole per produrre la famosa Nutella. Sono state una ventina a confrontarsi, composte da diverse cultivar di nocciola provenienti da regioni vocate alla corilicoltura come Campania, Lazio, Sicilia, Piemonte e Liguria: a vincere quest’anno quella prodotta con la Nocciola Romana Dop dall’azienda Luca Del Piero. Premi anche liquore “Tondo” finissimo, un infuso ottenuto con la nocciola Tonda di Giffoni dall’azienda Rend. Tra le novità del Nocciola Day anche il primo profumo “Nocciala 1315” ideato Irma Brizzi. Infine, la manifestazione è stata l’occasione anche per presentare in anteprima l’Enciclopedia della Nocciola Italiana, edite da Mondadori, che vede come autori Clara Vada, Gigi Padovani e Irma Brizzi.