Campania, Basilicata, Sicilia e Calabria, ma anche Veneto, Trentino e Piemonte. La produzione di fragole in Italia non conosce confini regionali e ci delizia da gennaio sino a giugno con un totale di 3682 ettari (dati CSO) di superficie dedicata.
«A differenza della Spagna, che ha nel distretto di Huelva in Andalucia l’unica zona di produzione, che parte a dicembre e si conclude ad aprile, in Italia noi possiamo giocare su un area più vasta dedicata alla coltivazione della fragola» ci dice Carmela Suriano, General Manager di Planitalia, azienda leader nella produzione di nuove varietà anche di fragole. Il Sud Italia gioca un ruolo importante?«Certamente. In meridione è presente il grosso della produzione, con la presenza di realtà oramai fortemente specializzate e votate alla qualità». Il prezzo è decisivo nel mercato della fragola? «Non sempre, ma dipende dai canali di vendita. Ovviamente la Gdo, che acquista molto prodotto estero in questo momento della stagione, punta su questo aspetto. Le nostra produzione di qualità, per esempio, con le varietà Candonga e Sabrina costa un euro o un euro e mezzo in più, ma alla luce del successo di questi due prodotti, il concetto di qualità ha certamente pagato positivamente». L’origine del prodotto italiano, quindi, continua a essere importante: «Sì, anche se è importante la varietà. Ce ne sono, anche in Italia, che non hanno sapore e rischiano di allontanare i consumatori. Planasa, quando ha brevettato le nuove varietà ha puntato al sapore, alla qualità, più che alla quantità».