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Pera Igp. A Ferrara dibattiti e proposte

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Autore Redazione

Per Garbuglia (Origine Group), l’apertura del mercato cinese sarebbe un passo importante. Granata (Opera): “Rendere il disciplinare più rispondente alla realtà produttiva”. A novembre prima campagna televisiva di Opera sulle pere

Tre giorni ricchi di spunti e riflessioni intorno ad un frutto molto importante all’interno della produzioni frutticola italiana. La Pera Igp dell’Emilia Romagna è stata una delle protagoniste del calendario di appuntamenti che si sono svolti durante il Festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre.

“Il nostro obiettivo è quello di far uscire il prodotto dall’anonimato  aprendoci ad un nuovo dialogo con il consumatore e con i media nazionali” ha commentato Paolo Bruni, presidente del CSO Italy, che ha coordinato gli incontri di Ferrara a partire da venerdì 30 settembre.

Albano Bergami, vice presidente dell’Organismo Interprofessionale Pera con sede a Ferrara, ha sottolineato i grandi sforzi sul fronte del miglioramento della qualità dei frutti “con nuovi metodi di conservazione attenti alla sostenibilità ambientale e salubrità e con nuove varietà in grado di soddisfare i clienti in tutta Europa.

Roberto Manfredini, professore Ordinario di Medicina Interna all’Università di Ferrara, ha presentato ai giornalisti uno studio dedicato alla pera che dimostra, dati bibliografici alla mano, come il consumo della pera possa essere un fattore protettivo nei confronti della colica renale.

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Sabato 1 ottobre è intervenuto Alberto Garbuglia, consigliere delegato di Origine Group, uno dei due poli produttivi del settore, nato l’anno scorso. “Il nostro Gruppo si pone l’obiettivo prioritario di far crescere il consumo di pere e kiwi all’estero, offrendo il prodotto a misura di consumatore, spiegando il prodotto in modo da farne capire il valore reale. Le potenzialità ci sono ma serve organizzazione, grande impegno economico e il supporto delle Istituzioni. L’apertura del mercato cinese, ad esempio, per la pera sarebbe un grande risultato per l’Italia. Ad oggi siamo presenti con il marchio Peritalia su tutti i mercati Europei ed anche in Nord Africa, Emirati e, da quest’anno, in USA”.

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A chiudere il trittico di incontri, domenica 2 ottobre, è stata la volta di Luca Granata, general manager di Opera, che a proposito della denominazione di origine della pera italiana, ha dichiarato fondamentale l’approvazione delle variazioni che sono state proposte per rendere “il disciplinare più rispondente alla realtà produttiva“.

Secondo Granata le pere rappresentano “ad una delle rare eccellenze ortofrutticole italiane. La coltiviamo solo noi, è il 4° frutto piu’ consumato in Italia dopo banane mele e arance, ne mangiamo 5,5 kg a testa all’anno”. Serve ora più comunicazione. “Non abbiamo mai detto – ha affermato Granata – che è un prodotto modernissimo e invece lo dobbiamo rimarcare perché è nutraceutico ed è  senza  ogm, senza olio di palma, senza glutine, senza grassi,  al 100% biodegradabile e al 100% italiano, prodotto da 3.000 agricoltori del territorio, tutti requisiti richiestissimi dal consumatore consapevole di oggi”.

Per andare incontro a questo vuoto comunicativo, a novembre “Opera avvierà la prima campagna televisiva nazionale dedicata alla pera e sarà certamente una svolta per tutti, sia produttori che consumatori”.

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