“In Bocca al lupo” è il titolo di una ricerca commissionata dalle Coop all’Università di Roma Tre in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia nell’ambito della campagna “Alimenta il tuo benessere” incentrata sulla promozione delle buone abitudini nutrizionali e motorie. Per la prima volta in Italia si è proceduto a uno studio comparato con altri paesi europei per capire il rapporto tra spot alimentari e bambini. Alcuni giorni fa a Roma durante un convegno delle Coop sono stati presentati i risultati di questa ricerca. Nonostante in Italia esistano contemporaneamente regolamenti in materia di pubblicità, organismi per la tutela dei minori e fasce orarie pomeridiane protette, gli esiti della ricerca ci mostrano come i nostri bambini subiscano un bombardamento doppio di spot rispetto ai loro coetanei europei.Il dato più eclatante ci rivela infatti che un bambino italiano, che guarda una media di tre ore di televisione al giorno, subisce circa 32.850 pubblicità di alimenti nell’arco di un anno. Esistono differenze sostanziali fra televisione pubblica e reti private: nel periodo monitorato, su Rai-Tre sono passati 67 messaggi pubblicitari mentre su Italia Uno 206. Analizzando in modo più approfondito i contenuti, ci si rende anche conto che gli spot pubblicizzano alimenti ricchi di grassi, di zuccheri e quindi di calorie. Partendo da questi dati risulta difficile stabilire una legame diretto fra obesità-sovrappeso infantile e fruizione televisiva di spot “non controllati”, ma sicuramente ci si interroga sulla sua possibilità. (d.co)
I bambini italiani, vittime degli spot alimentari?
Presentata la ricerca Coop “In bocca al lupo” sul rapporto tra spot e bambini
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