Occorre ricercare una maggiore organizzazione di filiera per rispondere alle richieste di un mercato ortofrutticolo mondiale sempre più concentrato nelle mani della GDO. In un convegno tenutosi a Bologna dedicato all’ “Efficienza della filiera degli ortofrutticoli nello scenario globale” organizzato presso la Facoltà di Agraria di Bologna dall’Accademia Nazionale di Agricoltura, esponenti delle istituzioni, della distribuzione e della produzione ortofrutticola hanno fatto il punto sulla competitività del nostro paese e hanno delineato uno scenario in cui l’Italia ha perduto un po’ di smalto sulla scacchiera internazionale, proprio a causa della mancanza dell’integrazione e dell’interazione dei vari attori della filiera. Secondo il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Paolo de Castro, un esempio lampante delle carenze italiane è rappresentato dal settore agrumicolo: fino a un decennio fa il prodotto nazionale deteneva il 70% del mercato delle arance in Germania, mentre oggi ha perso il suo primato a favore di nazioni organizzate come la Spagna, nonostante i consumatori tedeschi continuino a nutrire una preferenza verso le arance italiane. “Oggi – ha affermato De Castro – i nostri agrumi in Germania resistono solo in quella parte di mercato in mano ai singoli commercianti, ma hanno perso terreno verso la distribuzione organizzata”. GDO che, rappresentata a questo incontro da Roberto Fiammenghi, direttore della commercializzazione di Coop Italia, conferma l’importanza di una partnership più stretta tra produzione agricola e grande distribuzione, allo scopo di assecondare le richieste dei consumatori non solo su prezzi bassi ma anche su bontà e salubrità dei prodotti. (db)
Nella foto in homepage: Paolo De Castro ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali