E’ ancora polemica sugli aumenti subiti dall’ortofrutta nella filiera che va dal produttore al consumatore. Tanto che il settimanale “Il Mondo”, in edicola la prossima settimana, dedica sei pagine all’argomento, citando come fonti della propria inchiesta dati Ismea e del nucleo speciale per la tutela dei mercati della Guardia di Finanza. “Da un passaggio all’altro della filiera ortofrutticola – è scritto nell’articolo – si possono registrare rincari di prezzo del 300% e anche del 400%”. Sotto accusa sono i più diversi generi di frutta e verdura, dai cavolfiori alla lattuga, dalle zucchine alle arance Tarocco alle mele Golden. Ma non solo. Nel servizio citato, dal titolo “I Paperon de’ Peperoni” (che intende anche evidenziare come ci siano pochi gruppi organizzati che hanno saputo sviluppare affari d’oro dal settore ortofrutta), si mette in luce pure il costante calo dei prezzi alla produzione, mentre “i prezzi al dettaglio sono continuamente aumentati, con un rincaro medio che è stato di recente quantificato dall’Ismea?nel 19% per gli ortaggi e nel 9% per la frutta”. Alla denuncia de “Il Mondo” sembra replicare Fabrizio Marzano, presidente di Unaproa, la principale unione nazionale delle Organizzazioni di Produttori. “L’esistenza di un sistema organizzato in OP – ha dichiarato Marzano in una nota – rappresenta lo strumento per rendere più efficiente la filiera distributiva e quindi per evitare speculazioni sui prezzi dei prodotti”. (m.ped.)
Rincari sull’ortofrutta, scatta l’inchiesta
Ma Unaproa replica: “Un sistema organizzato rende più efficiente la filiera”
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