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Mele Valtellina Igp, Tegiacchi: “Il bollino non basta”

Il Consorzio, impegnato a promuovere il consumo di ortofrutta in Europa, aderisce al progetto triennale More apples more Europe

“Bisognerebbe sempre raccontare a chi acquista la storia che c’è dietro a un prodotto ortofrutticolo, gli sforzi, i sacrifici, gli investimenti. Ma non è facile”.

A dirlo a myfruit.it è Federico Tegiacchi, presidente in carica da circa due mesi del Consorzio di tutela della Mela di Valtellina Igp, nonché produttore: “Invece il consumatore, spesso ignaro, è costretto a comprare con gli occhi. E una volta a casa può restare deluso dall’acquisto”.

Il Consorzio in sintesi

Il Consorzio nasce, in via informale, nel 1992, quando frutticoltori della Valtellina con l’obiettivo comune di tutelare, promuovere e valorizzare le varietà di mele coltivate nel territorio, decidono di riunirsi in una compagine. Il riconoscimento ministeriale, e dunque ufficiale, arriva nel 2010.

Oggi il Consorzio conta 235 soci produttori, due confezionatori, circa 400 ettari coltivati e un potenziale produttivo di 10mila tonnellate: “I volumi attualmente sono stazionari – riferisce il presidente – La Valtellina è un territorio vocato alla melicoltura per via dell’esposizione est-ovest e per l’influenza positiva della brezza che arriva dal Lago di Como ma le mele, in generale, stanno attraversando un periodo complesso”.

Nell’ambito dell’Igp Valtellina si coltivano tre varietà: “Partiamo ad agosto con la varietà precoce Gala, circa il 15% della produzione, per poi proseguire con Red Delicious (circa il 35%) e Golden Delicious (circa il 50%), i cui stock si esauriscono più o meno alla fine di maggio – spiega il presidente – Riusciamo a coprire una buona parte dell’anno, poi molto dipende dalla specifica stagione”.

Il 20% della produzione è destinata all’export, con la Germania primo mercato di riferimento. Circa il 15% delle mele proviene da coltivazione con metodo biologico ma, come fa notare il presidente: “I nostri disciplinari sono severi e pertanto tutte le nostre produzioni sono sostenibili sia dal punto di vista ambientale, sia dal punto di vista sociale”. Ed è questo il punto.

“Il bollino non basta”

Sì, perché secondo il presidente Tegiacchi, il consumatore finale fa fatica a decifrare quello che sta dietro una semplice mela o, anche, dietro un bollino. “Gli scaffali del reparto ortofrutta sono affollati – argomenta – E quelli delle mele lo sono più di altri. Il consumatore è spesso disorientato e non sempre distingue il prodotto realmente Igp da quello che, pur non potendo, mostra una dicitura, per esempio “Valtellina”, fuorviante. Finisce che sceglie una determinata mela perché ne viene colpito, magari dal colore, per poi scoprire, al momento del consumo, che si tratta di un prodotto più farinoso, più acidulo o comunque non in linea con i suoi desiderata”.

“Al contrario – aggiunge – se il consumatore fosse messo nelle condizioni di identificare un prodotto per il suo gusto e per le sue qualità organolettiche, lo riacquisterebbe una seconda volta, senza badare al prezzo“.

Si può fare di più

“Non è facile far arrivare il messaggio corretto nel reparto ortofrutta, ma si può fare di più – prosegue – Partecipando a fiere come Cibus, grazie alla collettiva della Regione Lombardia, ci siamo resi conto, ancora una volta, che il faccia a faccia paga. Desideriamo pertanto spingere sul fronte delle degustazioni in reparto e su tutte quelle azioni capaci di far conoscere la nostra mela”.

Tra queste, il Consorzio, da marzo 2023, promuove il progetto triennale Ma.Me – More apples more Europe – volto all’informazione e promozione della mela e cofinanziato dall’Unione europea (Regolamento Ue 1144/2014). Scopo ultimo è favorire l’aumento del consumo di frutta e verdura fresca tra i consumatori europei, in particolare in Italia e in Germania, e di diffondere in tali Paesi la notorietà della Mela di Valtellina Igp.

Da circa un anno il Consorzio ha anche cambiato il bollino e sta lavorando sul packaging: “Il nuovo bollino è più accattivante, siamo consapevoli dell’importanza dell’aggiornamento – conclude Federico Tegiacchi – Per tale motivo stiamo lavorando anche sulle confezioni e sui social. Il Consorzio deve svecchiarsi, è importante anche per noi una svolta in chiave 4.0″. 

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