Frutta a guscio ed essiccata

“Prezzo Nocciola Piemonte Igp, poca differenza col prodotto turco”

Saverio Rapalino, esperto corilicoltore del Cuneese, offre una possibile spiegazione a quanto sta avvenendo sul mercato

Per chi si intende di nocciole, la cosa è piuttosto curiosa e al contempo allarmante: un’eccellenza come la Nocciola Piemonte Igp costa poco di più, ma non troppo, del prodotto turco. Perché, visto che la qualità della piemontese resta indiscutibilmente superiore?

A indicare una possibile spiegazione è un esperto corilicoltore come Saverio Rapalino, titolare dell’azienda Noccioleria di Benevello (Cuneo), all’interno della quale produce su una 50ina di ettari di terreno e lavora interamente il proprio prodotto, proponendo semilavorati soprattutto per il segmento della pasticceria e della gelateria.

“In questo momento – spiega Rapalino – il mercato è molto strano. Come Nocciola Piemonte Igp, le quotazioni si attestano sui 7,50 euro punto resa, un livello che non ritengo soddisfacente, se si considerano anche gli aumenti dei fertilizzanti e del carburante. Inoltre, la differenza con il prodotto turco è davvero poca. La spiegazione che mi sono dato è che la nocciola sia sempre più percepita a livello globale come una materia prima da utilizzo industriale. Diventa quindi difficile, quando ci si interfaccia con l’industria, fare passare l’aspetto della qualità. In ogni caso, anche per non dovere sottostare a queste logiche di mercato, da tempo ho fatto la scelta di valorizzare la mia produzione in proprio, trasformandola in semilavorati destinati sia al mercato interno sia all’estero. Si tratta comunque di un segmento ancora marginale rispetto alla grande industria”.

Facendo poi il punto sulla campagna 2023, Rapalino osserva: “E’ un’annata molto particolare, con una produzione a macchia di leopardo. Ci sono stati infatti areali che hanno sofferto la grandine, altri la siccità, altre zone in cui invece il raccolto è stato molto buono. Per quanto riguarda nello specifico la mia azienda, mi ritengo moderatamente soddisfatto perché, in un contesto molto complesso, ho avuto circa un terzo dei miei appezzamenti interessati dalla grandine (zona di Alba e Benevello), un terzo dalla siccità (Fossano) e un terzo (zona sud di Benevello) in cui invece è andata molto bene”.

La buona notizia, per la campagna, arriva da una minore presenza della cimice. “Per contrastarla mi affido ormai da molto tempo solo al lancio di parassitoidi e quest’anno, più delle ultime campagne, la situazione è stata meno pesante sotto questo aspetto – conclude Saverio Rapalino – Ho investito ovviamente in macchinari per la cernita, ma non voglio percorrere la strada degli insetticidi perché sono tra i prodotti più resilienti in natura e le loro tracce si trovano ancora a distanza di mesi”.

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