Fa grandi passi avanti l’associazione nazionale “Città del Castagno”, che oggi riunisce attorno a sé un centinaio tra enti pubblici e associazioni di tutta Italia. L’intenzione, infatti, è quella di arrivare presto a costruire una vera e propria Strada nazionale del castagno, ovvero un itinerario, dal nord al sud Italia, che possa essere volano del turismo ma anche custode, al tempo stesso, di tradizioni e di castagneti secolari.
A raccontare tutto ciò è lo stesso Ivo Poli, presidente dell’associazione Città del Castagno, che spiega: “Ieri con una delegazione della nostra associazione siamo andati a Roma per presentare il nostro progetto di Strada ad Agea, agenzia per le erogazioni in agricoltura. Per partire, infatti, occorrono fondi per circa 1 milione di euro, quindi in questa fase stiamo facendo diversi incontri istituzionali. Da Agea abbiamo avuto ottimi riscontri e siamo molto soddisfatti. Nelle prossime settimane, continueremo a incontrare altri enti”.
Quando nascerà, dunque, la Strada nazionale del castagno? “Ancora – prosegue Poli – non ci siamo prefissati una data. Al momento rimane un obiettivo che speriamo di conseguire al più presto. Poi, se non sarà tra un anno potrà essere tra due o tre, ma l’importante è continuare a lavorare su questa iniziativa, che riteniamo fondamentale per lo sviluppo dei comuni castanicoli”.
Perché, dunque, è importante una Strada nazionale del castagno? “I motivi – risponde Poli – sono molteplici. I più immediati possono essere senz’altro quelli del turismo: pensiamo a una sorta di mappa che tracci i luoghi castanicoli con le loro peculiarità e tradizioni. Insomma, ne verrebbero fuori tantissimi percorsi molto appetibili dagli appassionati di cammini e di enogastronomia. Si tratterebbe di lanciare, in altri termini, una sorta di cammini laici, sulla falsariga di quelli religiosi che già esistono da secoli”.
Ma c’è, ovviamente, molto di più. “Una Strada – rileva Poli – rappresenterebbe anche una tutela maggiore per le nostre tradizioni e per la protezione dei castagneti tradizionali. Poi, permetterebbe anche ai piccoli produttori, che in Italia sono ancora tanti, di ottenere finanziamenti o incentivi. Non meno importante, potremmo anche arrivare finalmente a fare un censimento completo dei castagneti secolari presenti in Italia”.
E non è finita. “Dopo avere realizzato la Strada nazionale – conclude Poli – si potrebbe pensare a proporre un percorso europeo, che attraversi tutte le maggiori regioni castanicole del Vecchio Continente”.