Dagli estratti di frutta alle salse, dai condimenti vegetali freschi alle macedonie in edizione specialecon succo, tutti ottenuti con tecnologia Hpp (High pressure processing), il gruppo ParmaFood è entrato a pieno titolo tra i protagonisti del settore ortofrutticolo. Igor Furlotti, direttore commerciale, racconta a myfruit.it la vision aziendale e le innovazioni che da inizio 2023 stanno arrivando sugli scaffali delle principali insegne della Gdo.
Vocati alla innovazione
“Qualunque tipo di scelta o di strategia mettiamo in atto si basa su una certezza: siamo un gruppo alimentare fondato sull’innovazione – dice – Quindi, prima di ragionare di logiche di consumo, di trend di mercato, di tendenze di consumo, consideriamo sempre ciò che la tecnologia alimentare può offrire in termini di novità di prodotto. Per esempio, due anni fa abbiamo lanciato gli estratti bio freschi, una categoria in sofferenza, a causa del Covid-19, ma per i quali oggi i numeri ci stanno dando ragione. Per la nostra esperienza, il reparto ortofrutta non è ancora al passo con altri come la Gastronomia e il Libero servizio, nei quali possiamo verificare una maggiore spinta innovativa. Qualche insegna è più avanti di altre: chi compra la I gamma, compra anche la IV gamma; in altre insegne chi compra la IV gamma ha tutt’altro approccio ed è solo attento al prezzo e alla logistica. Diciamo che per il futuro siamo ottimisti, perché siamo convinti che in ortofrutta si possano creare ancora nuovi segmenti e mercati”.
Le nuove tendenze, intanto, non sono sottovalutate. “La nostra offerta è rivolta al consumatore moderno, lavoriamo su mono porzioni piuttosto che sui formati famiglia – spiega Furlotti – Per quanto riguarda la stagionalità, una discriminante sempre più sentita dal consumatore, per ora ci stiamo concentrando su proposte basiche ma vorremmo fare, e faremo, di più. Oggi, infatti, l’offerta è Purea di mela, di pera, di frutti rossi o di mango, senza specificare stagionalità o scelte varietali. Cose che, una volta creato spazio sul mercato, inizieremo a fare”.
Le novità di quest’anno riguardano proprio Puree di frutta, Pesti e Macedonia, tutti prodotti valorizzati dalla tecnologia Hpp. “Noi di Parma Is facciamo della freschezza il nostro marchio di qualità, vogliamo offrire al consumatore un prodotto facile da consumare ma che mantenga gli elevati standard qualitativi del prodotto appena raccolto a livello di caratteristiche organolettiche, nutrizionali, di colore e profumo. E con il metodo Hpp possiamo garantire tutto ciò”.
Le Fresche Idee nascono così, da frutta e ortaggi di elevata qualità lavorati a crudo. “La macedonia con 100% di succo di frutta ha nella shelf life il suo punto di forza. Si conserva, infatti, fino a 45 giorni proprio grazie alla tecnologia della pastorizzazione a freddo – sottolinea Furlotti – E, sempre lavorati a freddo, sono il pesto genovese o al radicchio a base di verdure, gli estratti freschi Bio e i Frù, i frullati di polpa fresca di frutta che si conservano nel tempo mantenendo intatte le caratteristiche nutrizionali dei frutti”.
Sostenibili per scelta
“E con l’Hpp siamo anche più sostenibili – aggiunge il manager – Infatti, questo trattamento ci permette di ridurre lo scarto alimentare”. Anche per Parma Food, dunque, la sostenibilità rappresenta un driver di scelta strategico. “Premesso che siamo al nostro secondo Bilancio di sostenibilità, da sempre siamo attenti alla sostenibilità del packaging e innovatori sotto questo aspetto. Dall’anno scorso i nostri affettati sono in vaschette 80% cellulosa, riciclabile nella carta. Ed è nostra la prima vaschetta preformata per il take away. Ma va anche detto che ognuno di questi packaging costa 1,60 euro in più. Una maggiorazione che il consumatore non è disposto pagare. E, oggi, i nostri prodotti ortofrutticoli sono confezionati in plastica monomateriale riciclabile nella plastica. In generale, utilizziamo fonti energetiche rinnovabili e tutti gli scarti della lavorazione sono riutilizzati in ottica di economia circolare”.
Innovativi anche nella comunicazione
“Facciamo i conti con budget limitati – continua Furlotti – e in comunicazione cerchiamo di ottenere la massima resa con la minima spesa. Organizziamo tutto in autonomia soprattutto in ortofrutta, creando un rapporto con il responsabile. Svolgiamo attività di trade marketing, con personale dedicato al sell-out e con espositori ed evidenziatori per scaffali nel punto di vendita, con comunicazione specializzata lato trade e lato consumer“.
“La nostra esperienza con i salumi ci ha aiutato. Diciamo che qui la Gdo è più pronta e più esperta. In ortofrutta il reparto è ancora abbastanza statico. Ma credo sia soltanto questione di tempo, i retailer si stanno rendendo conto delle potenzialità di questo reparto. Da parte nostra – conclude Igor Furlotti – abbiamo iniziato utilizzando le isole centrali nelle quali le insegne consentono di fare degustazioni, vendite guidate, eventi e così di seguito”.