Ingrosso

Mercato di Lusia ha perso il 22% dei volumi in due anni

I dati esposti a un convegno Cia. Il direttore Rossano Fontan parla di alcune concause, a iniziare dalla siccità

La crisi c’è e si esprime in quintali. Quelli persi, per esempio, nell’ultimo biennio dal Mercato ortofrutticolo di Lusia, siamo nel Polesine in provincia di Rovigo, con una caduta del 22,2% dei volumi scambiati. Più nel dettaglio si è passati dai 276mila quintali del 2020 ai 215mila dell’anno scorso. Numeri presentati ad un recente convegno della Cia e confermati a myfruit.it da Rossano Fontan, direttore del mercato di proprietà della Camera di commercio di Rovigo e Venezia.

Le aziende hanno tirato i remi in barca

Il direttore Fontan conferma tutti i numeri a myfruit.it: “La flessione è evidente, nonostante un segno positivo nel prezzo di mercato medio questo non compensa il peso nella perdita dei volumi. La siccità si è fatta sentire, le aziende hanno tirato i remi in barca e hanno ridimensionato gli investimenti perché l’aumento dei prezzi quando c’è stato non ha compensato quelli relativi ai costi di produzione. Per essere precisi è necessaria un’analisi  prodotto per prodotto, momento per momento“. Senza dimenticare il calo del potere d’acquisto delle famiglie.

La ripresa? “Non credo sia immediata,  a inizio anno abbiamo registrato un incremento  del movimento ma non si recupera  nel breve termine. Oggi poi ci si scontra con la mancanza di  manodopera. Senza dimenticare la siccità che si affronta a livello tecnico con impianti più  efficienti  e un uso parsimonioso dell’acqua. Su questo tema le aziende si stanno orientando nella direzione della gestione sostenibile del bene”.

Programmare in sintonia con il mercato

Il direttore poi indica il sentiero da percorrere: “Occorre costruire un prodotto in linea con le esigenze del mercato, mentre tutti gli addetti sono tenuti a formarsi su nuove tecniche, varietà e dinamiche commerciali. Serve, inoltre, una pianificazione in termini produttivi e commerciali, oltre che una buona comunicazione. Una crisi significa anche cambiamento e può essere positivo”.

In questo periodo cosa offre il mercato di Lusia: “Si stanno affacciando tutti i prodotti primaverili come il cavolfiore, carote, spinaci, porri   e e persistono prodotti invernali come i cavoli Cappuccio. Noi siamo un mercato di produzione che lavora soprattutto con il  nord e il centro Italia, si riforniscono  altri mercati all’ingrosso e indirettamente la Gdo”. Al mercato, il 79% dei conferitori provengono dalla provincia di Rovigo, l’11% dal Padovano e il 3% dal Veronese. Il 58% degli agricoltori polesani conferenti sono  di Lusia.

Il presidente di Cia Veneto

Il presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini, ha sottolineato il valore del made in Italy come soluzione all’attuale contesto di difficoltà: “Lusia viene considerata, a ragione, la capitale degli orti. Tutta la nostra regione, in realtà, vanta delle eccellenze enogastronomiche e vitivinicole. È la capacità di produrre qualità che fa la differenza; a tale proposito il Polesine ha un enorme potenziale. All’interno della filiera ci sono dei problemi di organizzazione che vanno risolti”. Si è chiesto e ottenuto il tavolo nazionale sull’ortofrutta.

La siccità ha causato perdite del 50%

Monia Menon, responsabile Cia medio Polesine, ha rilevato: “Nel 2022 in alcune aree del Polesine si sono registrati crolli della produzione delle colture, fino al 50% in meno, proprio a motivo della perdurante siccità. Parallelamente, oltre che ai costi dell’energia, sono aumentati quelli relativi alle materie prime agricole e ai fitosanitari”. E, secondo un report di Veneto Agricoltura, presentato al convegno da Renzo Rossetto dell’Osservatorio economico agroalimentare: “I prezzi in alcuni casi sono risultati superiori ai costi di produzione“.

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