Trend e Mercati

Sostenibilità, il carrello della spesa è meno green

Osservatorio di GS1 Italy: dei 35 claim che evocano l’impegno nei confronti dell’ambiente, solo 8 chiudono con volumi in positivo

Con la crisi dei consumi, la sostenibilità può attendere. E’ quanto emerge, in sintesi, dall’analisi condotta dall’Osservatorio Immagino di GS1 Italy. La quale giunge alla seguente conclusione: l’atteggiamento oculato da parte dei consumatori per via dell’inflazione e dei rincari, non ha risparmiato i prodotti che riportano sulle confezioni almeno un riferimento all’impegno sul fronte del rispetto per l’ambiente. I quali perdono, a volume, il 4,3 per cento. 

I dati in sintesi

Lo studio prende in esame oltre 133mila prodotti venduti nella Gdo. Di questi, sono oltre 36mila quelli che si dichiarano attenti alla responsabilità sociale o ambientale, al rispetto degli animali e alla gestione sostenibile delle risorse. Tali referenze, pur avendo aumentato dell’8,6% il fatturato per via dell’incremento dei prezzi dovuto alla situazione economica congiunturale, hanno perso a volume. Nello specifico, tra i 35 claim rilevati dall’Osservatorio, solo otto hanno chiuso con bilancio positivo. 

L’inflazione non perdona

“Il grocery che comunica in etichetta l’impegno per ridurre l’impatto sull’ambiente registra una crescita sia dell’offerta (+5,4%) sia della domanda (+3,2%), a conferma del forte interesse di aziende e consumatori per questa tematica – riassume Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – Però anche questo ampio paniere di prodotti risente dell’aumento dei costi di produzione, trasferito poi sui prezzi di vendita, e il conseguente rialzo dell’inflazione che nel mondo del largo consumo confezionato ha raggiunto in media il 15% tra la fine del 2022 e i primi mesi del 2023″.

La struttura dello studio

L’Osservatorio Immagino ha segmentato il mondo della sostenibilità in quattro macro-aree: management sostenibile delle risorse, responsabilità sociale, agricoltura e allevamento sostenibili, rispetto degli animali.

L’andamento migliore a valore è quello dei prodotti etici nei confronti dei lavoratori e delle comunità (+10,5% a valore), mentre a volume ha maggiormente contenuto il calo delle vendite il segmento dei prodotti ottenuti gestendo le risorse naturali in modo sostenibile (-3,3%).

Il management sostenibile delle risorse

Focalizzando l’attenzione sul primo segmento, emerge che i 16.853 i prodotti rilevati dall’Osservatorio in quest’area hanno aumentato, in un anno, il fatturato del 10,1%, per un totale di 9,4 miliardi. I volumi hanno però subito una contrazione del 3,3 per cento. Tra i 15 claim monitorati, hanno perso incassi solo il logo Cleanright (-2,2%) e la certificazione Sustainable cleaning (-30,0%), ma solo sei hanno chiuso il 2022 con anche i volumi di vendita in aumento.

Il claim più diffuso e che sviluppa il maggior valore di vendita resta riciclabile, presente su oltre 5mila prodotti. Questa dicitura è tuttora in crescita: nel 2022 le vendite sono aumentate sia a valore (+16,6%) sia a volume (+1,8%).

Bilancio positivo anche per il claim con materiale riciclato, che ha ottenuto una crescita annua del 20,5% a valore e del 3 a volume. Altro claim che è riuscito ad aumentare i volumi venduti (+3,7%) è biodegradabile, che ha registrato anche una delle maggiori crescite a valore (+28,4%). Molto bene anche la certificazione Ok-Compost. I 717 prodotti che la riportano in etichetta hanno aumentato i volumi venduti dell’11,8% e il fatturato del 29,7 per cento.

Volumi di vendita in aumento anche per i 296 prodotti certificati Ecolabel (+1,8%) e per i 195 prodotti che evidenziano l’uso di packaging in Mater-Bi: i volumi sono aumentati dello 0,6% e il giro d’affari del 15,8.

La responsabilità sociale perde volumi

L’Osservatorio ha individuato 9.688 prodotti che riportano sulla confezione una delle cinque certificazioni relative alla responsabilità sociale: Fsc, Pefc, Rainforest Alliance, Fairtrade, Utz. Nel 2022 questo paniere ha superato i 5,1 miliardi di sell-out (+10,5% annuo), mentre a volume ha perso il 4,6 per cento.

Il concetto di filiera resiste

Come rilevato dall’Osservatorio, oltre il 10% dei prodotti confezionati venduti nella Gdo dichiara sulle etichette di provenire da agricoltura o allevamento sostenibili. Questo paniere, composto da quasi 14mila referenze, ha raggiunto i 3,5 miliardi di vendite e, in un anno, ha guadagnato il 5,1% a valore nonostante abbia perso il 4,1% a volume. Tra claim e certificazioni sono nove quelli monitorati dall’Osservatorio Immagino: di questi otto hanno chiuso il 2022 con una riduzione delle vendite in volume, quattro anche con un minor giro d’affari rispetto al 2021 (biologico/Eu organic, biologico per la cura della persona, certificazione Ecocert, NaTrue).

Infine non perde terreno il claim filiera, che riesce a mantenere i volumi stabili (-0,7%). A brillare è anche il claim senza antibiotici: non solo ha avuto il maggior tasso di crescita annua a valore (+17,2%), ma è stato anche l’unico ad aumentare le vendite in volume (+4,3%). Presente su 262 prodotti, ha raggiunto quasi 152 milioni di sell-out e beneficiato di una crescita della componente di offerta, ma soprattutto di quella di domanda (+10,3%).

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