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Pere, in Europa il secondo raccolto più basso degli ultimi 10 anni

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Autore Redazione

Previste circa un milione e 900mila tonnellate. L’Italia non ha ancora quantificato, ma le stime sono al ribasso

Secondo le prime stime rese note a Interpera, il congresso internazionale delle pere che si tenuto ieri 29 giungo a Lleida (Spagna), il prossimo raccolto di pere sarà uno dei più bassi degli ultimi dieci anni, con circa un milione e 900mila tonnellate previste. 

Secondo queste stime, basate sulla fioritura e sull’allegagione, la Spagna è in aumento del 53% con 190.600 tonnellate di pere, il Portogallo è in aumento del 7% con 130mila tonnellate, la Francia è in calo del 26% con un raccolto di 109mila tonnellate, il Belgio è in aumento del 6% con 366mila tonnellate, mentre i Paesi Bassi e l‘Italia non hanno ancora calcolato le loro previsioni esatte di raccolto, ma fanno una previsione al ribasso.

La situazione Paese per Paese

Italia: bassa allegagione, elevata caduta dei petali e impatto imprevedibile a causa delle inondazioni che possono compromettere la sopravvivenza di alcune piantagioni. 

Paesi Bassi: si prevede che il raccolto sarà uguale o leggermente inferiore a causa delle scarse precipitazioni nei periodi chiave e si attendono le dimensioni finali dei frutti. 

Francia: si prevedono variazioni tra i vari bacini francesi. Il potenziale produttivo si è notevolmente ridotto, con un gradiente da sud-est a nord: piuttosto degradato verso sud e in miglioramento verso l’alto, e quindi un gradiente da varietà estive (Guyot) a varietà autunnali.

Portogallo: ottimismo per il bel tempo, buona allegagione e aspettative di calibri più elevati. 

Belgio: aspettatevi, un raccolto in crescita, con una buona fioritura, una buona allegagione e buoni calibri. 

Spagna: si prevede un aumento della produzione, che la porterebbe a recuperare il suo potenziale dopo una stagione con pochi frutti, come quello dello scorso anno. Il dubbio risiede nei possibili effetti della siccità. Si prevedono buoni calibri in generale, dubbi sulle dimensioni dei frutti nelle zone colpite dalla siccità.

Nella valutazione della prossima stagione, si è registrato un generale ottimismo in tutti i Paesi meno che in Italia. Nonostante il calo della produzione dovuto al recente disastro climatico, il rappresentante italiano ha annunciato che il Paese sarà in grado di sfruttare al meglio la sua produzione finale, qualunque essa sia.

I consumi

I produttori hanno evidenziato la necessità di aumentare i consumi, comunicare ai consumatori che la frutta non è un prodotto costoso nel carrello della spesa e fare un prodotto di buona qualità. Perché i consumatori reagiscono positivamente in termini di consumo e di prezzo di fronte a un buon prodotto. 

Cambiamenti climatici

Le presentazioni finali di Interpera sono state dedicate ai cambiamenti climatici e all’adattamento delle colture. Nella sua riflessione il docente dell’Università di Alcalá de Henares, Antonio Ruiz de Elvira, ha affermato che “abbiamo perso l’opportunità di mitigare i cambiamenti climatici, abbiamo l’opportunità di adattarci” con strategie come l’irrigazione a goccia, le varietà resistenti alla siccità, come i sistemi capillari di deflusso e infine la piantumazione di alberi. Sono stati analizzati anche studi in diversi Paesi, come le innovazioni nell’irrigazione e nell’ombreggiamento delle piantagioni e l’analisi della distribuzione dell’impronta di CO2 nella coltivazione delle pere e nella loro manipolazione. Un’altra opzione per combattere il cambiamento climatico è il miglioramento genetico con varietà gustose, produttive e con un’ampia gamma di colture.

Fonte: Areflh, Assemblée des régions européennes fruitières légumières et horticoles

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