Il 2021 si prospetta un altro anno difficile per la frutta estiva: per via delle gelate di marzo e aprile, si rilevano danni importanti in tutta Europa. E’ quanto emerso oggi a “Le mardis de Medfel”, il primo di tre appuntamenti (i prossimi l’11 e il 25 maggio) volti a fare il punto sui danni causati dal freddo nei principali paesi produttori europei, Italia, Spagna, Grecia e Francia. Gli intervenuti all’evento hanno parlato di notti drammatiche. E il timore è che episodi così violenti possano proseguire nei prossimi giorni, aggiungendo danno al danno.
Se per le albicocche il quadro è di fatto delineato – si stimano perdite complessive, a livello europeo, intorno al 35 per cento – per le pesche, le nettarine e le pere è ancora presto per fare previsioni. Ma non si registra ottimismo, e a riassumere il pensiero di tutti è stata Elisa Macchi, direttrice di Cso Italy: “E’ presto per quantificare, ma il 2021 sembrerebbe meglio del 2020. In ogni caso non si tratta di una buona annata”.
Le previsioni per le albicocche in Spagna, Grecia e Francia
Tirando le somme, quest’anno la produzione di albicocche complessiva europea si attesterà intorno alle 310mila tonnellate, contro le 520mila del 2020. In particolare, la Spagna stima una perdita del 15% rispetto allo scorso anno: la previsione è di 97mila tonnellate, contro le 102mila del 2020. Come ha testimoniato Santiago Vazquez della federazione delle cooperative spagnole, la stagione commerciale ha avuto inizio in maniera positiva, ma preoccupa la mancanza di prodotto. Molto più critico il quadro descritto per la Grecia da Georges Kantzios della cooperativa Asepop: “Il nostro potenziale produttivo è di 110mila tonnellate di albicocche – ha riferito – Quest’anno, per via delle importanti gelate di marzo e aprile, pensiamo di chiudere a 57mila tonnellate, contro le 68mila del 2020″. Impossibile lottare contro il freddo della notte del 7 aprile per i produttori francesi: come ha riportato Nathalie Bonnet, dell’Association d’organisation de producteurs pêches et sbricots de France, la produzione del 2021 si attesterà intorno alle 50mila tonnellate, il che significa il 40% in meno rispetto al in del 2020, nonché il minimo storico degli ultimi 30 anni.
Soffre anche il sud, disastro Italia
Andrà peggio dell’anno scorso in Italia perché, come ha spiegato Elisa Macchi, quest’anno sono state colpite dal gelo anche le regioni del sud: si stima una produzione complessiva di 150mila tonnellate, contro le già poche 163mila del 2020 (-5%): “In Emilia Romagna prevediamo circa 40mila tonnellate rispetto alle 100mila potenziali – ha descritto Macchi – Perdite sostenute anche in Campania (-30%) e Puglia (-40%) e più in generale nelle regioni del sud dove al momento quantifichiamo circa 100mila tonnellate, contro le 130mila dello scorso anno”.
Anche il 2020 è stato un anno difficile
Restando in Italia, il 2020 è stato l’annus horribilis in particolare per l’Emilia Romagna: “Lo scorso anno abbiamo chiuso con una produzione complessiva di 163mila tonnellate – ha ricordato Elisa Macchi – pari al 50% rispetto a quella del 2019. Il minimo storico è stato raggiunto in Emilia Romagna, dove è stato perso il 90 per cento delle albicocche”. Quanto al mercato, la prima fase della scorsa stagione non viene ricordata come disastrosa: la mancanza di prodotto ha determinato una certa dinamicità. Ma, come ha sottolineato la direttrice del Cso Italy, “nulla ha potuto compensare il danno“. Anche per la Francia il 2020 è stato un anno difficile: “Abbiamo avuto un importante deficit produttivo – ha ricordato Nathalie Bonnet – La produzione si è fermata in agosto, si è quindi trattato di un’annata precoce”. Quanto al mercato, Bonnet ha riferito di prezzi soddisfacenti, ma ha puntualizzato: “Alcuni produttori hanno perso anche il 50% della produzione, si tratta di danni enormi”. La scorsa stagione è andata meglio per Grecia e Spagna. Per dirla con le parole di Santiago Vazquez, “la Spagna ha giovato della situazione degli altri paesi produttori”, mentre per Kantzios, a salvare la Grecia, che ha avuto un calo produttivo del 20%, è stata la buona annata commerciale, soprattutto per le varietà tardive. Ma che cosa occorre fare affinché non si verifichino più annate così disastrose? Per tutti ha sintetizzato Macchi, che ha concluso: “Per i produttori non è tempo di investimenti. La politica finanzi le protezioni”.