Come sono cambiate le abitudini alimentari dopo il lockdown causato dalla pandemia Covid-19, in particolare le modalità di spesa e i consumi alimentari a casa e fuori casa? Questa la domanda al centro del sondaggio promosso da Cortilia (e-commerce che consegna direttamente a domicilio una spesa di qualità a filiera corta attraverso un servizio efficiente e sicuro) che ha preso in considerazione nello specifico il momento della pausa pranzo, per forza di cose condizionato dalle nuove modalità di lavoro.
“Questa situazione di crisi, che tutti speriamo possa giungere al termine il prima possibile, ha avuto tra i suoi effetti anche quello di rompere molti pregiudizi e diffidenze nei confronti dell’e-commerce – ha detto Marco Porcaro, Ceo & Founder di Cortilia – Lo sdoganamento del digitale sta portando a un vero e proprio consolidamento delle abitudini di spesa. L’accelerazione che ci aspettavamo sta avvenendo: ce lo conferma il 25% degli intervistati, che ha dichiarato di usare sempre canali digitali per gli acquisti di prodotti alimentari”.
Il questionario, al quale hanno risposto oltre 4.200 clienti, si è concentrato proprio sugli aspetti relativi alle abitudini di spesa e di consumo. Ecco di seguito le principali tendenze.
Abitudini di spesa alimentare
Il periodo di emergenza sanitaria dei mesi scorsi ha inevitabilmente modificato lo stile di vita dei cittadini, così come influito sui loro comportamenti di acquisto, anche legati al cibo. Oltre il 66% degli intervistati ha infatti dichiarato di aver cambiato consuetudini relative alla spesa alimentare rispetto a prima del lockdown.
Nonostante per più della metà delle persone la frequenza della spesa alimentare sia rimasta la stessa (54%), sono cambiati i canali di acquisto. Se il 77% degli utenti ha risposto che prima della pandemia sceglieva il supermercato per i propri acquisti alimentari Spesso o Sempre, solo il 49% ha confermato di fare la spesa al supermercato Spesso o Sempre anche attualmente.
Così, sono cambiati in maniera significativa anche i dati relativi alla spesa online, da molti sperimentata per la prima volta durante la fase più critica dell’emergenza sanitaria per l’impossibilità di uscire di casa. Il 54% del campione ha affermato che prima del lockdown faceva la spesa online Raramente o Mai; questa percentuale ora è scesa al 13%, mentre il 25% preferisce l’online Sempre e il 61% Spesso. Infine, aumenta di 5,05 punti la percentuale di chi sceglie il food delivery da ristoranti Spesso.
La scelta di fare la spesa online sembra essere ancora influenzata dalla percezione di sicurezza. Infatti, il 57,8% delle persone ritiene il ricevere la spesa a domicilio più sicuro rispetto a recarsi a fare la spesa.
Per quanto riguarda il basket, persiste l’abitudine, per molti acquisita durante l’emergenza, di comprare ingredienti o preparati per realizzare in casa prodotti da forno e pasticceria; più del 28% li acquista Più spesso rispetto al passato.
Anche il segmento dell’ortofrutta è cresciuto, con il 31% dei consumatori che sostiene di acquistare Più spesso questi prodotti, segno che il periodo storico vissuto ha lasciato nei consumatori una maggiore consapevolezza dell’importanza di un’alimentazione bilanciata per preservare un buono stato di salute.
Abitudini di consumo fuori casa
Il 61,4% degli intervistati ha cambiato abitudini di lavoro dopo l’emergenza sanitaria, con il 39,2% che, in una settimana tipo nel periodo attuale, svolge il proprio lavoro in parte in ufficio e in parte a casa, contro un 30% sempre operativo dalla sede di lavoro e il 30,8% sempre da casa. In questo contesto, inevitabilmente anche le tendenze di consumo alimentare fuori casa sono variate.
Una buona parte degli utenti ha confermato di mangiare fuori casa Meno spesso rispetto a prima del lockdown, soprattutto nel caso del pranzo (66,43%) e della cena (68,36%). Mangiare fuori casa è percepito come Meno sicuro dal 72,4% dei clienti coinvolti e non è compensato dall’organizzazione di cene con ospiti in casa: il 64% ha dichiarato di invitare gli amici a cena Meno spesso di prima.
Significativo il dato sul pranzo fuori casa, che nel 47,7% dei casi è consumato al bar o ristorante e per il 42,7% è portato da casa, mentre solo il 9,6% usufruisce di una mensa aziendale. La quasi totalità di chi ha la possibilità di lavorare da remoto consuma piatti preparati in casa (94,8%).