Per molti italiani il periodo di lockdown dovuto alla pandemia ha rappresentato un momento in cui porre maggiore attenzione alla propria salute e alla propria condotta alimentare.
Proprio il #salutismo, trend già in essere, ha certamente avuto una concreta centralità dettata dall’emergenza sanitaria e dalla contestuale importanza riservata dal consumatore al mangiar sano. L’Istituto superiore della sanità, sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, ha suggerito, tra le altre cose, di “aumentare la quota di alimenti vegetali nella nostra dieta”, facendo sì che gli italiani si cimentassero in una vera e propria “rincorsa alla vitamine” scegliendo alimenti in grado di garantire un apporto utile al rinforzo del sistema immunitario, in special modo frutta e verdura.
Troviamo conferma di questo anche nell’indagine #parolealfuturo che abbiamo condotto nel mese di maggio, dove, un intervistato su quattro, dichiara di aver aumentato i propri acquisti di frutta e verdura per motivi legati ai benefici salutistici ed alla volontà di ridurre l’insorgenza di malattie; solo un intervistato su venti ne ha ridotto l’acquisto.
Nel contesto delineato, risulta in crescita anche il comparto del biologico che risponde al desiderio di #salutismo combinato alla ricerca di #rassicurazione. Durante la crisi da Covid-19, nel nostro Paese l’alimentare biologico, stando ai dati raccolti dall’indagine di Assobio in collaborazione con Nielsen, ha raggiunto importanti risultati con incrementi a doppia cifra in vendita e un complessivo +19,6% in Gdo. Facendo un focus sull’ortofrutta biologica, Assobio evidenzia il boom che questa ha avuto, registrando a marzo +24,8% delle vendite rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Provando ora a guardare al prossimo futuro, si rileva una continua tensione verso il salutismo. Come emerso da una recente survey condotta da Fmcg Gurus su 23 mila rispondenti a livello mondiale, il 73% dei consumatori (72% in Europa) ha intenzione di orientare le proprie scelte d’acquisto future su alimenti più salutari, proprio a partire da frutta e verdura. In particolare, il 42% (41% in Ue) esprime la volontà prospettica di consumare più frutta, mentre il 30% (30% anche in Ue) prevede un maggior consumo di ortaggi.
E guardando al mercato italiano e in specifico al comparto ortofrutticolo, secondo la ricerca “The world after lockdown” (Nomisma e Crif), alla domanda su quali saranno i fattori determinanti nelle scelte di acquisto di ortofrutta nei prossimi 6 mesi, oltre all’origine italiana (60%), alla tracciabilità di filiera (45%), al Km zero (45%) e alla convenienza (42%), decisivi saranno i valori del salutistico, per il 32% dei responsabili acquisiti intervistati, e del biologico, per il 34%.
E’ evidente, l’importanza strategica rivestita dal #salutismo a supporto del comparto ortofrutticolo e, dunque, l’opportunità di enfatizzarne i benefici in comunicazione, grazie al supporto di attività di promo-comunicazione utili a educare, informare e ispirare i consumatori attraverso consigli, ricette ed idee che illustrino le molteplici possibilità di consumo di questi preziosi alimenti.