Buone nuove per l’uva da tavola di Mazzarrone Igp. L’emergenza sanitaria non ha avuto (quasi) effetti collaterali sulle produzioni e pertanto, al netto dei costi produttivi più alti, si può parlare di ottima annata. Per ora il prodotto è arrivato solo all’ingrosso perché non ci sono ancora i quantitativi sufficienti per far fronte alle richieste dalla Gdo, ma secondo Gianni Raniolo, presidente del consorzio, anche quest’anno si riuscirà a far fronte senza intoppi alla domanda di Italia ed estero.
Qualità e quantità sono ottimali
“I primi stacchi – racconta Raniolo – risalgono al 15 maggio scorso, con le varietà precoci Vittoria e Black Magic: il prodotto è eccezionale, i quantitativi nella norma (circa 25-30 tonnellate per ettaro), siamo molto soddisfatti”. A essere apprezzato è soprattutto il tenore zuccherino, che si attesta tra i 14 e i 16 gradi Brix, ossia una gradazione inedita, o quasi, per quest’epoca. Determinante è stato il clima mite dell’inverno scorso, che ha permesso alle piante di crescere senza sbalzi; non si sono verificati vento e intemperie – che invece avevano caratterizzato le ultime tre, quattro stagioni – e pertanto le fioriture sono state ottimali, il grappolo si è formato nelle migliori condizioni possibili.
“A metà giugno raccoglieremo le varietà senza semi – prosegue Raniolo – per poi procedere con le tardive: a luglio con la Red Globe e ad agosto con la Italia. A oggi ci sono tutte le premesse affinché si tratti di un’ottima stagione per tutto il nostro territorio Igp, il quale conta in tutto 12mila ettari”.
Dunque tutto sembra filare liscio, anche sul fronte dei mercati: “La nostra politica è mantenere gli stessi prezzi dello scorso anno, anche se la qualità è superiore – spiega – Riusciremo a servire i nostri abituali mercati, ossia la Gdo nazionale e anche quella europea, in particolare Francia, Germania, Svizzera, Regno Unito, mentre quest’anno non credo che si riusciranno a raggiungere gli Emirati, per via dell’incognita dogane”.
Il coronavirus e le ricadute sui costi di produzione
Naturalmente anche il territorio Igp del Mazzarrone ha dovuto fare i conti con la carenza di manodopera e, anche, con il distanziamento sociale: “L’inizio della campagna è stato segnato dalla mancanza di lavoratori stagionali – ricorda Raniolo – ma tutte le aziende del nostro territorio sono riuscite a far fronte con quelli locali. In molti, poi, hanno coinvolto anche i familiari per terminare quelle lavorazioni indispensabili, come l’acinellatura, un lavoro che dalle nostre parti è tipicamente affidato alla componente femminile della forza lavoro”. I costi di produzione sono però aumentati: “In campo il distanziamento non è un problema – conclude Raniolo – ma negli spostamenti sì. Sono quindi aumentati i costi di viaggio: in auto si viaggia al massimo in due, i pulmini quest’anno sono banditi”.
Buongiorno vi contatto dalla provincia di Torino. Questa frutta, potete spedirla a casa op poi la troveremo nelle grandi distribuzione?