Qualche anno fa, nel rispondere alla domanda del titolo, avremmo certamente scosso la testa negativamente, oggi, e non poteva essere diversamente potrebbe dire qualcuno, la risposta invece non può che essere affermativa anche se la strada, naturalmente, è ancora lunga.
Dal palco della seconda edizione di “Netcomm Focus Food”, l’evento organizzato dal Consorzio del commercio digitale italiano in collaborazione con TuttoFood a Milano, si è avvertito con chiarezza quanto oramai il tema dell’omnicanalità e dell’integrazione tra fisico e virtuale sia una necessità che un po’ tutti gli attori della distribuzione moderna stanno affrontando nel tentativo di andare incontro a consumatori che ormai, come ha ricordato Roberto Liscia, presidente di Netcomm e moderatore di una tavola rotonda con alcuni player della Gdo, la richiedono con forza.
E infatti, sebbene l’Osservatorio abbia ricordato come l’universo del food&grocery on line rappresenti ancora una nicchia (poco più di un miliardo di euro il giro di affari in Italia) e, rispetto al food & grocery fisico, valga solo lo 0,8%, i tassi di crescita ci sono (+34% il fatturato dal 2017 al 2018) così come gli spazi, quindi, da sondare e possibilmente occupare prima che lo facciano altri.
“Non tutti si stanno rendendo conto della portata del cambiamento che stiamo vivendo, stiamo vivendo qualcosa simile a quello che successe nell’industria quando arrivò la globalizzazione”
ha osservato Mario Gasbarrino, amministratore delegato e presidente di Unes. Sicuramente lui e la sua insegna se ne stanno in realtà rendendo conto con chiarezza se pensiamo all’accordo con Amazon Prime Now due anni fa su Milano, poi bissato poco tempo fa anche da Pam Panorama su Roma.
Ma un po’ tutti, in realtà, stanno entrando con forza su una via orami irreversibile. I dati, d’altronde, anche nel solo grocery alimentare (+32%), certificano come un po’ tutte le insegne della grande distribuzione stiano investendo con forza nell’e-commerce e, soprattutto, nell’integrazione con il fisico, cercando di dare forza a quel concetto di “omnicanalità” di cui tutti parlano da tempo.
“Oggi parlare di BtoC non ha più senso, quanto di CtoB” ha non a caso sottolineato Mauro Carbonetti, amministratore delegato dei Magazzini Gabrielli, realtà di primo piano nella distribuzione in regioni come Marche e Abruzzo.
“Dobbiamo ripensare il punto vendita non solo con la tecnologia, ma renderlo anche sempre più esperienziale, ad esempio nel freschissimo, per noi fondamentale”.
E l’esperienza di acquisto, sia nel fisico che nel virtuale, devono viaggiare insieme. “L’on-line non è alternativo al punto vendita, ma un pezzo dell’esperienza di acquisto” sostiene, ad esempio, Enrico Fantini, E-commerce Director di Carrefour Italia, che ha ricordato come questo assioma sia sempre stato ben presente nella testa del colosso francese quando ha deciso di intraprendere la strada dell’e-commerce.
Certo, replicare on-line l’esperienza, magari molto affascinante e accattivante, che ci si è costruiti off-line non è semplice. Un aspetto, questo, evidenziato invece da Andrea Casalini, Ceo di Eataly Net, che ha ricordato come 12 anni fa, quando l’idea di Farinetti prese forma – assortimento di qualità, ristorazione, corsi e degustazioni – si dimostrò innovativa e vincente, mentre la trasposizione on line è una sfida ancora da percorrere e che ha bisogno di tempo.
Sul palco non poteva mancare Amazon, in questo caso con la presenza dell’Head of Prime Now Marketplace, Nikolay Yanev. Quale è il segreto di un’esperienza di acquisto on-line vincente, anche nel food&grocery? “Deve essere molto facile: bisogna avere una giusta selezione dei prodotti, promettere tempi di consegna che devono essere rispettati e, infine, un prezzo conveniente”. Facile? Non proprio. Non a caso un po’ tutti i presenti sono stati d’accordo nel considerare una sfida importante quella della sostenibilità dell’interno sistema, non semplice da raggiungere nel breve termine. Ma, d’altronde, come ha ricordato ancora Gasbarrino: “Dobbiamo pensare in prospettiva, perché comprare alcune referenze nel fisico è in realtà antieconomico”.