Uno degli interventi più attesi durante la prima giornata di lavori del congresso sulla melicoltura mondiale ad Interpoma era certamente quello del polacco Domink Wozniak, marketing manager di Rajpol Cooperative e rappresentante anche dell’industria delle mele a livello locale al WAPA (World Apple and Pear Association). «Molti di noi vorrebbero rimettere indietro le lancette dell’orologio a un anno fa» ha esordito Wozniak nel suo intervento. L’embargo russo nei confronti dei prodotti agroalimentari dell’Ue, e in particolare dell’ortofrutta, da una parte ha chiuso la porta al più importante sbocco dell’export melicolo polacco (circa 700mila tonnellate di mele), dall’altro rischia di sconvolgere completamente i flussi commerciali europei e, probabilmente, anche mondiali.
«Per 60 anni la Russia è stato il nostro principale cliente per frutta e verdura e dopo il 1989 è diventato il cliente principale. I nostri operatori si sono probabilmente impigriti, vedendo i dati di vendita verso questo Paese. Quindi dobbiamo dimenticare le ambizioni di crescita che avevamo previsto». Da un parte il mercato interno sembra andare bene. «Siamo 40 milioni di persone che mangiano molte mele. Già ora sono in aumento le vendite delle mele nel mercato interno anche se i prezzi pagato ai produttori sono diminuiti, mentre quelli di vendita sono aumentati». Ma, ovviamente, il mercato interno non basta per smaltire le quantità di mele che prima venivano destinate al mercato russo. Dove andare? «Nord Africa, Emirati Arabi, India e infine la Cina, anche se è esso stesso un grandissimo produttore, potrebbero essere le future mete da esplorare». Ma anche il Regno Unito e i Paesi Scandinavi, già clienti della Polonia, potrebbero essere mercati a maggior potenziale. «In Germania vendiamo buoni volumi, ma non vedo ulteriori possibilità di incremento». Porta sbarrate, invece, verso Spagna e Francia, «se non in casi particolari, quando i loro raccolti sono particolarmente bassi».
C’è poi il tema delle cosiddette triangolazioni con altri Paesi, per poter aggirare l’embargo, sfruttando il ponte di nazioni non sottoposte al blocco delle importazioni deciso dal governo russo. «Fino ad 8 anni fa la maggior parte dei volumi di mele importate dalla Russia venivano acquistate dal mercato all’ingrosso. Oggi no. Negli ultimi anni le mele polacche, per esempio, venivano vendute direttamente alle catene della grande distribuzione e al momento il governo russo non consente a costoro l’importazione di mele passando dalla Serbia o altri Paesi».
Infine un messaggio ai produttori europei. «È giunto il momento in cui l’Europa non si divida tra oriente e occidente. Abbiamo più di mezzo milione di tonnellate di mele che ci avanzano e abbiamo anche molte mele di varietà Golden…dobbiamo parlarne tutti insieme». Insomma, come si suol dire, uomo avvisato…