Cresce la domanda, così come la produzione anche nel nostro Paese, anche se la maggior parte del prodotto che si trova nella grande distribuzione così come nel Normal Trade è di importazione. È la melagrana, un frutto che sta attirando sempre più l’attenzione degli operatori di settore e che è stato oggetto di studio e di approfondimento in un convegno giovedì 29 maggio a Bologna sotto la regia della società SG Marketing, sponsorizzato da Terremerse e Unifrutti e patrocinato dall’Università di Bologna, Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari.
La produzione mondiale di melagrana si attesta intorno ai 3 milioni di tonnellate e vede Paesi come India, Iran, Stati Uniti come i maggiori produttori mondiali. E l’Italia? Secondo Dino Bellussi di Pomel l’Italia tra cinque anni produrrà circa 20 mila tonnellate di melagrana – Lazio, Calabria, Puglia e Sicilia le regioni nelle quali al momento è presente la produzione nostrana – soprattutto della varietà Wonderful, considerata dal mercato una delle migliori. Canali di vendita? Sia il normal trade che gli scaffali della Gdo. «Come competere con i Paesi stranieri esportatori? Coltivando piante che diano frutti di eccellente qualità» il commento di Bellussi.
Tra le tante caratteristiche di questo frutto c’è certamente la versatilità come ha ricordato Anna Molli, di Amore srl import export: gli arilli possono essere venduti per la IV e V gamma, oppure essere trasformati in succhi, marmellate e aceto. Dalla melagrana si ricavano prodotti cosmetici, quali creme, bagnoschiuma, saponi; la buccia e le membrane bianche possono essere anche usate come mangime. Infine le tante proprietà della melagrana: priva di grassi, non contiene sodio ed è un’ottima fonte di fibra e di vitamina B6 che – come ha spiegato la professoressa Alessandra Bordoni, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna – : «contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario e di quello nervoso, alla riduzione della stanchezza e alla formazione dei globuli rossi».
Sarà fondamentale, in futuro, concentrare l’attenzione, quindi, sulla comunicazione, sottolineando un po’ tutti i fattori appena descritti. Su questo aspetto sono un po’ tutti d’accordo gli operatori intervenuti durante la tavola rotonda. «Compito della distribuzione sarà quello di dare sempre maggiore visibilità alla melagrana, puntando sui suoi effetti benefici per la salute» ha commentato Alessio Orlandi di Conad. Giuliano Canella di Alì Supermercati ha raccontato di un positivo recente test effettuato in due punti di vendita, nei quali la melagrana è stata valorizzata con una attività di cross category con altri prodotti alimentari del territorio veneto (il Prosecco e il risotto). Per Germano Fabiani di Coop Italia, qualità, operazioni di marketing ad hoc ed anche la strada obbligata della IV gamma potranno essere le armi vincenti. Qualità ed esaltazione dei territori di origini, infine, sia per Egidio Mordenti di Terremerse che Marco Venturelli di Maffco Unifrutti rappresenteranno il valore aggiunto per contrastare il prodotto estero.
“Melagrana, il tuo scrigno di bontà!” è infine il titolo delle attività ideate da SG Marketing per incrementare i consumi di melagrana: spazio quindi alla realizzazione di una campagna di comunicazione istituzionale, la creazione di format di promo-comunicazione in store, la pianificazione di attività coordinate (trade e consumer, in e off store), una presenza più costante nei punti di vendita, che dovranno essere via via aumentati; la definizione dei messaggi utilizzabili secondo le norme Ue EFSA sarà poi validata dal comitato scientifico di FoodIS.
Fonte foto: Pomel