La Russia, a causa delle condizioni climatiche, non è certamente il posto ideale per la coltivazione di ortaggi: le gelate che attraversano un lungo periodo che copre sostanzialmente tre stagioni, autunno, inverno e primavera non consente la loro coltivazione all’aperto. Nonostante questo la richiesta di frutta e verdura nell’ex Unione Sovietica, negli ultimi 10-15 anni è cresciuta esponenzialmente. È quanto riporta un rapporto di Banca Intesa dal titolo “Il mercato russo degli ortaggi da serra”. Anche in questo vasto e articolato paese, infatti, una conoscenza sempre più diffusa dalle cultura occidentale ha fatto sì che i consumatori russi abbiano aumentato notevolmente la quota di ortofrutta fresca da inserire nella loro dieta quotidiana. Per colmare questa domanda, il mercato interno sfrutta l’utilizzo delle serre, anche se la loro estensione è nettamente inferiore rispetto al periodo sovietico (-30%) a causa del lento abbandono di queste attività dopo il crollo dell’ex impero comunista. In costante aumento, quindi, le importazioni da altri paesi che vanno a coprire un mercato che nel 2011 ha toccato i 3,4 milioni di tonnellate di ortaggi. Quali sono i maggiori paesi importatori? Dal rapporto manca l’Italia, mentre sono ben presenti paesi come la Turchia, la Spagna e la Cina, ma anche l’Uzbekistan e Israele (soprattutto per i pomodori) o ancora Iran e Ucraina.
Fonte: intesasanpaolo24.com
Fonte foto: corriere ortofrutticolo