Da Auchan a Bennet via Conad (Margherita Distribuzione). Nello spezzatino che si è scatenato dopo la fuoriuscita del big francese dal mercato italiano, gli ipermercati hanno giocato, e giocano tuttora, una partita certamente non secondaria. Erano il tallone d’Achille di Auchan e, se una parte Conad l’ha mantenuta e trasformata con l’operazione Spazio Conad, la parte rimanente è finita altrove.
All’interno di questa continua contrattazione, che coinvolge anche altre metrature un po’ per via delle sovrapposizioni messe in evidenza dell’Antitrust (ma non è questo il caso), un po’ semplicemente per strategie interne alla cooperativa guidata da Francesco Pugliese, ora entra in gioco anche Bennet, insegna lombarda non a caso molto attiva nel format ipermercato, anzi, una delle poche che da questa tipologia di superfici riesce evidentemente a ricavarci guadagni e non sanguinose perdite. Un aspetto, quest’ultimo, sottolineato pubblicamente nell’autunno del 2019 quando venne annunciata la sua entrata all’interno del Gruppo VéGé.
Sette punti di vendita per Bennet
I sette ipermercati che cambieranno insegna sono quelli di Cesano Boscone e Nerviano, in provincia di Milano, Concesio e Mazzano, in provincia di Brescia, Codogno in provincia di Lodi, Antegnate a Bergamo e, infine, uno all’interno dei confini di Milano, vale a dire in Viale Monza.
Ma come farà Bennet a risollevare le sorti di questi punti vendita, alcuni agonizzanti da anni (vedi nella foto in alto quello di Cesano Boscone, uno dei sette acquisiti) e le cui precedenti cure, a partire da quelle dimagranti quanto a metri quadrati, non sono servite a nulla?
“Tutti i punti vendita che abbiamo assorbito sono adatti ad accogliere e proporre il nostro modello commerciale focalizzato sui prodotti freschi, su una nuova visione distintiva del non alimentare e su una forte integrazione con il digitale e l’omnicanalità”. È la dichiarazione di Adriano De Zordi, consigliere delegato di Bennet, riportata nel comunicato ufficiale dell’insegna.
Focus sul fresco, quindi, ormai una via battuta da moltissime insegne, indipendentemente dalla metratura dei punti vendita, sempre più convinte che la sfida decisiva si giochi appena entrati nel punto vendita tra il reparto ortofrutta, la gastronomia, la macelleria e tutti gli altri reparti, serviti e non, che fanno parte di quest’area. C’è poi il discorso relativo al non food, un’altra area critica degli ipermercati e nei confronti della quale Bennet intende agire attraverso un “restyling” che “seguirà la modalità distintiva di Bennet: continuità dell’assortimento di base e forte ampliamento in funzione delle stagionalità”, insieme a politiche di pricing “che privilegiano un rapporto qualità/prezzo improntato alla convenienza a cui si affiancano le forti promozioni che da sempre costituiscono un elemento distintivo di Bennet”. Infine l’omnicanalità, altro mantra ormai imprescindibile per tutte le insegne della Gdo, quindi e-commerce e integrazione dei servizi digitali nei punti vendita.
Insomma, non resta che vedere dal vivo i cambiamenti appena saranno attuati: pare che le operazioni di rebranding con inserimento di tutti i prodotti a marchio saranno molto veloci. Per gli oltre 700 dipendenti di questi sette ipermercati ex Auchan, Bennet ha assicurato l’occupazione, aspetto non certo secondario in questa operazione. Una sfida importante per Bennet, anche perché se vincente rafforzerebbe ulteriormente la sua immagine in una regione dove già ben presente e che ora arriva ad avere una rete di 71 punti vendita tra ipermercati e superstore.