“ll diavolo e l’acqua santa insieme”. Se lo sono detti, scherzosamente, davanti alla stampa locale e di settore, Daniela Santanchè, qui nelle vesti di presidente del Consiglio di Amministrazione di Bioera e di Ki Group, e Renzo Piraccini, presidente di Almaverde Bio, presenti entrambi all’inaugurazione del nuovo Almaverde Bio Market di Parma. «Se non ci rimbocchiamo le maniche e mettiamo insieme le forze imprenditoriali, dalla crisi non se ne esce» ha commentato Piraccini nel suo intervento. Con Parma si chiude l’asse che da Milano arriva a Bologna, ma il piano di espansione da parte del noto brand del mondo biologico (grazie alla licenziataria per il retail Organic Food Retail) prevede anche la direttiva Milano-Venezia, nonché, quando ci saranno le condizioni, la Capitale.
I numeri, d’altronde, danno ragione ad una formula, quella dei market targati Almaverde Bio, che stanno già riscuotendo molto successo nei punti vendita sino ad ora aperti, ossia a Milano, Bologna e Reggio Emilia: +25% l’incremento del fatturato e una crescita che arriva addirittura al 40% per l’area degustazione nei primi sei mesi di attività. E proprio il nuovo punto vendita di Parma darà molta importanza alla formula bistrot, con la presenza di un’area con cucina dove è possibile fare una pausa così come consumare un vero e proprio pasto, con le ricette ideate ad hoc dallo chef stellato Luciano Monosilio (Pipero al Rex di Roma).
Il nuovo store di Parma ha una metratura classica di 300/350 metri quadrati, 100 dei quali lineari di esposizione prodotti, con la presenza di 3700 articoli che spaziano dall’acqua alle birre, dai prodotti per l’infanzia a quelli senza glutine, passando naturalmente dai freschi, che poi rappresentano l’’ossatura di tutto il sistema e il driver di posizionamento più importante di tutto il concept Almaverde Bio. «Abbiamo unito le forse con Ki Group, specializzato nel fornire i negozi bio. Stiamo di fatto accompagnando i consumatori italiani verso la seconda fase del biologico. Anni fa questi concept in Italia sarebbero falliti, mentre ora è il momento giusto» ha commentato ancora Piraccini.
«Vogliamo sfatare l’idea che il Bio sia caro. Non è vero» è il pensiero, convinto, di Daniela Santanché. «Il biologico per ora è più presente a parole che nei fatti se osserviamo i dati relativi ai consumi. Dimostreremo con questi punti vendita che quest’universo non è solo moda, perché mangiare sano significa vivere più a lungo. È anche una sfida che lanciamo al mercato: noi investiamo e assumiamo. La crisi si combatte investendo, soprattutto in concept di qualità come questi».