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Sarah Bua: “Gusto e origine, l’ortofrutta non è un bullone”

I processi non sono standard. Per l’Op siciliana La Deliziosa sono fondamentali gli investimenti per valorizzare il territorio

La produzione ortofrutticola non può essere paragonata a una produzione industriale, non è un bullone. Deve fare i conti con l’alternarsi delle stagioni, con l’andamento climatico ed è pertanto complesso standardizzare i processi. Per noi diventa dunque fondamentale puntare sulla differenziazione e sulla valorizzazione delle scelte produttive”.

Sono le parole di Sarah Bua, responsabile comunicazione e marketing dell’Op siciliana La Deliziosa, la quale spiega a myfruit.it: “La nostra Op ha da sempre intercettato le eccellenze del territorio, per esempio il Ficodindia dell’Etna Dop, l’Arancia Rossa di Sicilia Igp, la Pesca di Leonforte Igp, la Pera Coscia dell’Etna, il Pomodoro di Pachino Igp, la Pesca di Bivona Igp o il Limone di Siracusa Igp per valorizzarle al meglio. Possiamo dire di aver ottenuto ottimi risultati anno dopo anno. Grazie infatti agli imprenditori agricoli che hanno sviluppato e fatto crescere i poli produttivi, alcuni tra quelli che fino a poco tempo fa erano prodotti di nicchia ora si stanno diffondendo, con importanti ricadute positive per il territorio”.

“Compito dell’Op – sottolinea – è portare le eccellenze del territorio a un pubblico, italiano ed estero, sempre più attento. Il valore dei prodotti, i loro caratteri distintivi, in primis il gusto, sono aspetti che il consumatore riconosce e apprezza”.

La sfida del Ficodindia dell’Etna

Per spiegare ancora meglio il lavoro dell’Op La Deliziosa, Sarah Bua fa riferimento al Ficodindia dell’Etna: “E’ una vera e propria sfida – argomenta – Si tratta infatti di una produzione con una stagionalità piuttosto breve, che necessita di importanti investimenti sia in termini di impianti, sia di manodopera, sia di ricerca e innovazione. La Deliziosa ha voluto credere in un prodotto che fino a qualche tempo fa non era mai stato valorizzato appieno, un prodotto che di fatto è molto apprezzato anche all’estero sia per le innumerevoli proprietà benefiche, sia per la sua capacità di emozionare il consumatore”.

Il rinnovo costante degli impianti, la raccolta rigorosamente manuale dei frutti, le diverse fasi di lavorazione tra cui la scozzolatura, ossia la tecnica che permette di dare luogo al secondo fiore, e dunque di prolungare il calendario con le varietà tardive, sono tutti aspetti che richiedono investimenti e aggiornamento continuo: “Obiettivo della Op è specializzarsi in produzioni che rappresentano tradizioni e territori – prosegue Bua – Siamo convinti che l’ortofrutta debba per prima cosa differenziarsi ed essere buona: solo così il consumatore la riacquista”.

Da qui la scelta di investire sul brand Sicilio, capace di innalzare il posizionamento del prodotto e di rendere quest’ultimo riconoscibile: “Tramite un qr code il consumatore può conoscere la storia di Sicilio, può approfondire il metodo produttivo, può conoscere più da vicino il prodotto – aggiunge – Stiamo avendo ottimi risultati anche all’estero”.

Parola d’ordine: innovazione

Un altro aspetto fondamentale riguarda la necessità di stare al passo con i tempi: “Il settore ortofrutticolo deve pensare di innovarsi, deve tenere conto delle esigenze delle famiglie – precisa – I nuovi formati, la IV gamma, i succhi, la maggiore sostenibilità, lo spreco zero sono solo alcuni esempi degli sforzi che sarà necessario affrontare nei prossimi anni per rendere i prodotti maggiormente appetibili”.

E poi ci sono gli imballaggi, tema di grandissima attualità. “Un argomento delicato, che richiede investimenti da parte di tutta la filiera, distributore compreso – conclude Sarah Bua – L’acquisto deve essere pratico, i prodotti devono essere protetti, raccontati, e anche i costi devono essere sostenibili. In ogni caso noi ci teniamo sempre aggiornati circa le novità e siamo sempre disponibili a trovare nuove soluzioni”.

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