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In Emilia-Romagna pere ai minimi storici: -40% sul 2022

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Autore Redazione

La produzione per il mercato italiano del fresco coprirà comunque il fabbisogno dei clienti di riferimento

Non bastavano gli attacchi degli insetti, tra tutti le cimici asiatiche, e la recrudescenza di alcune problematiche fitosanitarie. Questo è stato davvero l’annus horribilis per la pera dell’Emilia Romagna Igp che ha visto susseguirsi, in una maledetta spirale, le gelate di inizio aprile, le successive grandinate scatenatesi a macchia di leopardo e le due terribili alluvioni del mese di maggio che hanno colpito, in particolare, l’area del ravennate.

Calo superiore al 2021

Una situazione davvero drammatica che ha determinato un crollo produttivo addirittura superiore a quello del 2021. Dalle analisi condotte con i propri soci, UNAPera – la più grande organizzazione europea di produttori di pere, con sede in Emilia Romagna – stima che la produzione disponibile controllata dai suoi associati per il mercato italiano del fresco sarà comunque in grado di coprire il fabbisogno dei clienti di riferimento e di tutti gli operatori impegnati nella valorizzazione delle pere nazionali.

UNAPera e consorzio di tutela della pera dell’Emilia Romagna Igp

“Un quadro davvero complesso – commenta Adriano Aldrovandi, presidente di UNAPera – da cui però non intendiamo farci travolgere. Salvo ulteriori complicazioni, infatti, la produzione 2023 dovrebbe presentare un elevato tenore zuccherino, per cui ottime qualità organolettiche, nonostante un aspetto non perfetto dal punto di vista estetico. Con la capacità produttiva gestita dai nostri associati – prosegue – consideriamo di poter coprire gran parte delle nostre esigenze”.

“Una tempesta perfetta – aggiunge Mauro Grossi, presidente del consorzio di tutela della pera dell’Emilia Romagna Igp – che porta molti produttori ad abbandonare i campi o la coltivazione di pere e che intendiamo affrontare con forza e convinzione al fine di difendere e sostenere un frutto che fa parte della nostra storia, tradizione e cultura da diversi secoli e che è tra i preferiti di oltre il 30% dei consumatori italiani. Grazie anche al sostegno della Regione Emilia Romagna, proseguiremo dunque con il progetto di rilancio avviato a fine 2022, affiancando una campagna di sensibilizzazione sia verso gli stakeholder che verso il consumatore finale per questa difficile situazione, coinvolgendo in modo attivo sia il mondo produttivo che quello distributivo”.

Acquistare le pere per sostenere il settore che impiega 15mila persone

È  necessario trasferire  ai consumatori che acquistare le otto varietà di pere dell’Emilia Romagna Igp, facilmente riconoscibili dal bollino identificativo, non significa solo scegliere un prodotto premium e dalle distintive caratteristiche nutrizionali e organolettiche, ma anche garantire una boccata di ossigeno al sistema e creare le basi per un futuro migliore per la produzione di questa coltivazione che, tra attività dirette e indotte, occupa oltre 15mila addetti ed è dunque fondamentale per l’economia del territorio.

Fonte: Consorzio di tutela della pera dell’Emilia Romagna Igp e UNAPera

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