A distanza di due mesi dall’ultimo incontro, nel bacino nord Italia è ripresa la trattativa tra parte agricola e parte industriale per la definizione dell’Accordo Quadro per la gestione dalla prossima campagna di trasformazione del pomodoro.
Nel corso dell’ultimo incontro la parte industriale, nell’ottica di premiare la coltivazione del pomodoro da industria, ha ribadito la disponibilità a riconoscere un aumento del prezzo medio di riferimento che possa compensare l’incremento dei costi che hanno gravato sul comparto agricolo nella scorsa campagna di trasformazione tenendo conto anche delle difficoltà di accesso ai finanziamenti che gli agricoltori stanno registrando.
Pur in presenza di un contesto congiunturale non favorevole e di una situazione di stallo dei consumi legata alla crisi economica, la parte industriale ha confermato l’impegno a riconoscere un aumento del 20% rispetto al prezzo medio di riferimento riconosciuto nel 2022 che porta ad un incremento di circa il 40% nel biennio 2021-2023.
Nonostante gli sforzi profusi dall’Industria, non c’è stata disponibilità da parte agricola a proseguire il confronto per cui il tavolo si è aggiornato.
Bruna Saviotti, coordinatrice del Comitato territoriale del Bacino Nord di Anicav (associazione nazionale industriali conserve alimentari vegetali), commenta: “Con grande senso di responsabilità ci siamo resi disponibili ad un ulteriore contenuto sforzo economico per una conclusione positiva delle trattative. Invitiamo la parte agricola a fare un’attenta riflessione sul futuro della filiera e sulla necessità di evitare speculazioni in un momento in cui la situazione che si è venuta a creare nei Paesi nostri competitor potrebbe, invece, dare maggiore slancio al pomodoro italiano.”
Marco Serafini, presidente Anicav, aggiunge: “Ci auguriamo che il mondo agricolo possa comprendere che da parte industriale difficilmente sarà possibile andare molto oltre. Tenendo conto che le colture alternative al pomodoro hanno fatto registrare riduzioni di prezzo rispetto al 2022 (ne sono un esempio il mais ed il girasole) è difficile non pensare che le richieste della nostra controparte siano puramente speculative. È necessario avere ben presente, sia nel bacino nord che in quello centro sud, che un eccessivo incremento del costo della materia prima si ripercuoterà sul prodotto trasformato e, quindi, sui consumatori finali con conseguente perdita di competitività del nostro pomodoro”.
Fonte: Anicav