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Il cedro calabrese sarà Dop e intanto fa tendenza

Bruxelles riconosce il bollino al frutto di Santa Maria del Cedro. L’agrume spopola in cucina e conquista anche la BBC

Nelle riviste di cucina spopola, a inizio anno la BBC gli ha dedicato un ampio servizio, sempre numerosi i rabbini da tutto il mondo che ispezionano le piante per scegliere il frutto perfetto per i riti ebraici. Non è finita qui, è in arrivo il bollino Dop da Bruxelles per la varietà Santa Maria del Cedro. Prestigioso riconoscimento che arriva con la pubblicazione nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea, atto  che conferma il buon momento dell’agrume che si vuole rilanciare. Per la precisione Angelo Adduci, presidente del consorzio del Cedro di Calabria, sottolinea a myfruit.it: “Bisogna aspettare tre mesi durante i quali i Paesi membri dell’Unione europea possono presentare osservazioni. Ma siamo sicuri che non ci saranno”. E’ un prodotto unico il cedro che cresce in Calabria.

Un frutto che crea economia

C’è forte attenzione per il cedro, ma in passato di più. Negli anni trenta del secolo scorso la produzione era molto più alta, poi lo spazio per la coltura si è ristretto. Ma ancora oggi sono impegnati  tanti produttori su decine di ettari e non mancano i progetti di rilancio grazie all’attivismo del consorzio del Cedro di Calabria.

Il prossimo primo febbraio a Santa Maria del Cedro è stato organizzato un incontro per parlare del riconoscimento europeo a cui parteciperà anche il presidente della giunta regionale Roberto Occhiuto e l’assessore all’agricoltura Gianluca Gallo e  il presidente del consorzio Angelo Adduci. Sarà presente, oltre il sindaco del paese Ugo Vetere, anche Roque Pugliese, referente per la Calabria della comunità ebraica di Napoli. I consumi legati alla religione oltre un prezioso elemento culturale, viene usato a scopo rituale durante la festa autunnale del Sukkot, rappresentano un buon mercato di sbocco per i produttori.

Un prodotto multifunzionale

L’eco internazionale della Riviera dei Cedri è un volano che va oltre la vendita del prodotto e potenzia il racconto sul territorio in chiave turistica. Un bene che come il vino può richiamare visitatori e creare valore aggiunto tra i produttori locali. La conferma arriva dalla Via del cedro di Calabria che unisce paesi, propone itinerari, valorizza le aziende locali come il museo dedicato all’agrume a Santa Maria del Cedro. C’è pure la card del cedro con la scontistica che contraddistingue questi strumenti di promozione.

Il cedro come chiave per il marketing territoriale, non solo con ricadute sul settore turistico visto che oggi il frutto è interessato da diversi progetti di sviluppo che interessano la ricerca scientifica, la cosmetica, la liquoristica e la nutraceutica. Impieghi diversi per una filiera fertile che si spera di valorizzare ulteriormente con il riconoscimento Dop in arrivo.

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