Per le pere, quello che sta succedendo a livello internazionale è sostanzialmente la tempesta perfetta. Questo frutto, infatti, già pagava insieme ad altri per le sanzioni inflitte alla Russia nel 2014, a seguito dell’invasione della Crimea. Ora, tra caro energia, problemi in campagna e nuovamente lo spauracchio del gelo, la situazione si fa a tinte sempre più fosche.
A fare il punto della situazione è Diana Bortoli, presidente di Confagricoltura Donne, che parlando nello specifico della produzione di pere in Emilia Romagna (la maggiore regione produttrice in tutta Italia) rileva: “La coltura delle pere in Emilia Romagna sta vivendo un momento di grande difficoltà. Dal punto di vista produttivo, negli ultimi tre anni è stata colpita da attacchi consistenti da parte della cimice asiatica e della maculatura bruna. Inoltre, le gelate primaverili hanno compromesso la qualità dei frutti o impedito l’allegagione, con rese ai minimi storici. Il risultato è stato che la qualità delle pere, nel 2021, è stata comunque buona e i prezzi si sono mantenuti elevati, ma non sono stati remunerativi per i produttori, viste le quantità minime di prodotto”.
Pere sanzionate già dal 2014
“Inoltre –prosegue Bortoli– come comparto stiamo ancora pagando le contro-sanzioni imposte dalla Russia a seguito delle sanzioni europee del 2014. Da allora, non si possono esportare prodotti freschi europei in Russia, tra cui anche le pere. Questa misura è stata pagata doppiamente dall’Italia, in quanto grandi quantitativi di prodotto belga e olandese (Belgio e Olanda sono grandi produttori di pere) si sono riversati anche sul mercato nazionale”.
I problemi di oggi
“Negli ultimi tempi -prosegue la presidente di Confagricoltura Donne- si sono verificati aumenti notevoli per l’acquisto di tutti i fattori produttivi: concimi e fitofarmaci vedono prezzi raddoppiati o triplicati rispetto allo scorso anno, per non parlare di carburanti ed energia elettrica. Anche il perdurare della siccità potrebbe causare problemi, vista l’imminente ripresa vegetativa delle piante di pero. Pure per quest’anno, poi, si temono le gelate tardive, visto l’andamento climatico. E le compagnie assicurative sono molto restie ad assicurare i frutteti sul gelo, dato proprio l’andamento delle ultime campagne. Le aziende agricole, quindi, si troverebbero spesso scoperte per i danni da gelo, anche perché il Fondo Mutualistico Nazionale sarà attivo solo a partire dal 2023. E’ vero che la Regione Emilia Romagna ha pubblicato un bando interessante per l’installazione di sistemi anti gelo, ma non tutti gli interessati quest’anno sono riusciti a completare l’iter e poi c’è anche una certa titubanza ad accedervi, visto che poi bisogna tenere attivi i frutteti per 10 anni”.
La necessità di fare ricerca varietale
Nonostante tutto questo, la stessa Bortoli guarda al futuro delle pere anche con un auspicio. “Per salvare un comparto che, ricordiamolo, è fatto non solo dai produttori, ma anche da strutture di conservazione, logistica e tutto l’indotto, occorre anche investire in ricerca varietale. Chi, coraggiosamente, pensa di impiantare, vorrebbe materiale più resistente alle patologie, anche in vista della cospicua riduzione delle molecole utilizzabili a livello di protezioni fitosanitarie entro il 2030”.