Sul fronte pesche e nettarine il mistero è fitto. Secondo quanto emerso a “Le mardis de Medfel” lo scorso 25 maggio quest’anno, a causa del gelo tardivo, mancherà prodotto in tutta Italia e in tutta Europa. Eppure, tra promozioni sui volantini e prezzi bassi, il mercato si comporta come se ci fosse surplus di prodotto. Myfruit ha fatto il punto con alcuni produttori: emerge un quadro tutt’altro che chiaro, che può essere sintetizzato con le parole di Simone Bernardi, presidente di Lagnasco Group: “Per ora si sta giocando a carte coperte“.
Piemonte: la correlazione caldo-consumo non esiste
“Inizieremo la campagna a metà luglio – esordisce Bernardi – Causa gelate abbiamo perso il 30-40% di prodotto e come noi un po’ tutti, in tutta Italia. Mi risulta che manchino pesche nel Veronese e in Emilia Romagna, quest’anno le quantità sono inferiori. Ma si devono fare altre considerazioni per leggere il mercato. Per esempio che la pesca sta perdendo appeal per almeno due motivi. Non è un prodotto easy to eat e poi subisce la competizione dell’altra frutta estiva, che solo fino a qualche anno fa non c’era. Basti pensare all’uva che anticipa sempre di più, o alle susine”. Bernardi non annovera però il caldo arrivato in ritardo: “La correlazione meteo e consumo non esiste – spiega – E a dirlo non sono io, ma la piattaforma basata sull’intelligenza artificiale che stiamo mettendo a punto per le mele. Per la macchina, l’andamento climatico e i consumi non hanno un rapporto diretto”. Al netto di queste considerazioni, come andrà la stagione delle pesche? “Difficile prevederlo – riferisce il presidente – Di sicuro ci sarà il problema dei prezzi alti in campagna. Lo scorso anno, causa gelate, i produttori sono stati ben remunerati. Quest’anno si aspettano lo stesso trattamento”. Ma ora, sul mercato c’è prodotto? “Sì, ma dipende da che prodotto si intende – aggiunge – Dipende dai calibri e dai canali. C’è il prodotto spagnolo, ma i frutti sono piccoli. E il calibro piccolo, è noto, non ha gusto. Le pesche quindi c’è, ma dipende da che cosa si cerca”.
Toscana: perso il 30% del prodotto, ma i prezzi sono bassi
“I danni ci sono stati in tutta la Val di Chiana – spiega Monica Illuminati, titolare della Società agricola Illuminati G.M.M. di Foiano della Chiana (Arezzo), 200 ettari di frutteto, tra mele, pere, pesche e susine – Si è salvato chi, come noi, ha fatto l’irrigazione anti-brina, ma con le temperature così rigide, è stato impossibile salvare tutto il raccolto. Il vero disastro saranno le pere, i danni sono enormi”.
L’azienda coltiva solo pesche tardive e dunque partirà con la raccolta intorno al 20 di luglio. Ma le aziende della zona conferiscono le primizie e G.M.M le lavora nei propri stabilimenti per poi venderle alla Gdo: “Quest’anno complessivamente c’è più prodotto rispetto allo scorso anno – commenta Illuminati – Ci aspettiamo quindi prezzi più bassi“.
Campania: troppo prodotto e pochi consumi
“Il mercato è in sofferenza, non si pensava di partire così – racconta Marco Granata, titolare dell’omonima azienda agricola di Falciano del Massico (Caserta), 140 ettari di pesche e nettarine – I prezzi sono molto più bassi delle aspettative, si spera che andando avanti con la stagione le cose cambino”. Secondo Granata sono due i fattori che non stanno rendendo fluido il mercato e sono il calo dei consumi dovuti alla pandemia e il surplus di prodotto: “Si è parlato tanto di gelate, ma il prodotto c’è e in abbondanza – conclude – Il mercato è saturo di prodotto estero, in particolare spagnolo. E quanto l’offerta è alta, ma la domanda è bassa, non può succedere che una cosa. I prezzi si abbassano, è economia”.