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Pere: le rese sono basse, soffre il primo anello della filiera

Zanelli (Apofruit): “E’ la coltura che ha subito di più”. Biserni (Alegra): “Quantitativi sotto la capacità produttiva”

Le gelate tardive, che hanno avuto effetti negativi sull’andamento delle produzioni di pesche e albicocche, si sono accanite in modo particolare sulle pere. “E’ la coltura che ha sofferto di più“, sintetizza Mirco Zanelli, direttore commerciale di Apofruit. Ai danni da gelo si somma, poi, la fisiologica alternanza e pertanto quest’anno le pere mancheranno: “Si tratta di un calo di rese importante – aggiunge Zanelli – E la campagna è ancora lunga, c’è sempre l’incognita della qualità. Le patologie non sono estinte, al momento non possiamo escludere nulla”.

Rese al di sotto della capacità produttiva

Conferma i quantitativi al ribasso anche Rita Biserni, al timone delle attività di marketing internazionale di Alegra: “La raccolta inizierà a metà luglio – spiega – Quest’anno, per via dell’andamento climatico, prevediamo rese al di sotto della nostra capacità produttiva di 40mila tonnellate. Ma non è il caso di fare allarmismo, aspettiamo di vedere come andrà la campagna”.

Produzioni sotto la media anche per Salvatore Martorana, titolare della società agricola Val di Verdura di Ribera (Agrigento) che commercializza i propri prodotti nei mercati ortofrutticoli di Milano, Torino, Bergamo e che vende tramite canale e-commerce. “La raccolta della pera Coscia inizierà nella prima decade di luglio – racconta – Lo scorso anno abbiamo avuto una sovrapproduzione e, pertanto, quest’anno sarà un anno di scarica. In ogni caso, anche il vento e l’andamento delle temperature hanno contribuito a contrarre le produzioni”.

Soffrono i produttori

A preoccupare Zanelli non è l’andamento del mercato – poco prodotto significa prezzi più alti, anche se bisognerà fare i conti con le pere che arrivano dall’estero, in particolare Paesi Bassi  e Spagna – ma la remunerazione dei produttori: “Le aziende agricole fanno fatica a fare reddito – sottolinea – Si tratta di un tessuto produttivo importante per il territorio dell’Emilia Romagna, ma anche di aziende che stanno soffrendo già da qualche anno per diversi fattori, dalla cimice, alle gelate, fino all’emergenza sanitaria”.

La pera ha il suo pubblico

Quanto ai consumi, è indiscusso che le pere da qualche anno stiano soffrendo per via della mancanza di innovazione varietale e per problemi di conservazione, che spesso ne compromette la qualità, facendo arrivare sui banchi della Gdo frutti con caratteristiche organolettiche discutibili.
Ma, come riferiscono Biserni, Zanelli e Martorana, la pera ha comunque un suo pubblico: “Mentre la mela piace molto anche ai bambini, la pera è appannaggio di un segmento più adulto”, conclude Biserni.
“Le arance di Ribera hanno fatto conoscere il nostro territorio – chiosa Martorana – Sono state una sorta di volano per il nostro areale produttivo e per le nostre pere Coscia, sempre più apprezzate dal consumatore”.
“Anche quest’anno la Gdo premierà il prodotto italiano – termina Zanelli – A scaffale saranno privilegiate le pere made in Italy”.

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