Dieci anni fa veniva approvata la Legge 77/2011 che norma il settore della IV gamma, un passaggio fondamentale in termini di sicurezza alimentare per tutto il comparto. Richiesta dalle stesse aziende del settore allo Stato, questa normativa – introducendo parametri chiari e stringenti per quanto riguarda le modalità di lavaggio, la catena del freddo e l’etichettatura – ha reso l’Italia un paese all’avanguardia in Europa e ha contribuito a creare fiducia nei consumatori.
In particolare, la novità principale normata dalla legge è stata la continuità della catena del freddo, ovvero l’obbligo di garantire una temperatura uniforme inferiore agli 8°C dal momento in cui il prodotto di IV gamma viene confezionato fino a quando viene acquistato dal consumatore finale. Altro punto fondamentale ha riguardato l’informazione al consumatore con l’introduzione di nuove indicazioni obbligatorie in etichetta, tra cui la dicitura “prodotto lavato e pronto al consumo/pronto da cuocere”. L’indicazione mira a rendere immediatamente riconoscibile il prodotto di IV gamma che non necessita di alcuna ulteriore attività ed è subito pronto all’uso, distinguendolo da altre tipologie di ortofrutticoli confezionati che richiedono invece ulteriori fasi di manipolazione, in particolare il lavaggio, prima dell’impiego o del consumo.
“In questi dieci anni il settore, trainato dal suo valore aggiunto in termini di servizio fornito al cliente (un prodotto sano, pronto all’uso e senza scarto), è cresciuto costantemente passando da un fatturato di 770 milioni di euro a un picco di 877 milioni nel 2019 (+14%), per poi registrare una flessione solo temporanea a causa della pandemia nel 2020, mentre i primi dati del 2021 ci dicono che il trend positivo sembra ripreso – spiega Guido Conforti di Unione italiana food IV Gamma – Anche la penetrazione nel mercato è cresciuta considerevolmente passando dai 15,8 milioni di famiglie acquirenti nel 2011 alle 20 milioni del 2019, con una crescita del 21%“.
Necessario un aggiornamento della legge
“Siamo molto orgogliosi dell’altissimo livello di innovazione e valore aggiunto che le imprese del settore della IV Gamma rappresentano. Per rimanere però al passo con l’evoluzione del mercato e con i cambiamenti nelle richieste dei consumatori è giunto il momento di fare il tagliando alla normativa – spiega Mario Piccialuti, direttore generale di Uif – Noi riteniamo che sia ora necessario lavorare ad un aggiornamento di tale normativa che vada nella direzione di un ulteriore miglioramento in termini di sicurezza e di chiarezza nei confronti del consumatore. Tra queste figura sicuramente un’ottimizzazione nella gestione della catena del freddo lungo tutta la filiera, con lo scopo di allungare la shelf-life del prodotto garantendone la piena sicurezza alimentare in termini microbiologici”.
“È poi necessario intervenire sull’etichettatura, per rendere più trasparente e chiaro al consumatore il tipo di prodotto che sta acquistando, differenziando meglio fra i prodotti di IV gamma già lavati e pronti al consumo e prodotti che non lo sono, anche alla luce della evoluzione tecnica e commerciale in atto. Per tutti questi motivi – continua Piccialuti – ci siamo fatti portavoce della richiesta presso il Mipaaf di aprire un tavolo di confronto tra le istituzioni e il mondo produttivo. Per la sua complessità dal punto di vista tecnico e per la forte integrazione tra tutti i livelli della filiera le modifiche dovranno quindi essere frutto di un confronto e di una visione d’insieme dell’intero settore che deve progredire per rimanere al passo con le nuove esigenze dei consumatori e del mercato”.
Fonte: Unione italiana food