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Pomodori: mercato altalenante, troppa incertezza

Il consulente pugliese Montanarella: “Rimandiamo i bilanci”. La speranza sono i turisti, il pericolo è il prodotto estero. Gli accordi con la Gdo

Dal punto di vista tecnico, abbiamo avuto un inizio tribolato: per il pomodoro è stata una stagione anomala dal punto di vista climatico, per via delle basse temperature di maggio e della carenza di luce”. Così Alessandro Montanarella, consulente agronomico pugliese, che opera però non solo in Italia, ma anche in Canada, Inghilterra, Grecia e Cecoslovacchia: “Ora le coltivazioni sono sotto controllo – spiega – Ma occorre fare i conti con le dinamiche di mercato e con le conseguenze del disastro. La stagione non è chiusa, meglio rimandare i bilanci“. Il disastro, naturalmente, è l’emergenza sanitaria; la quale, oltre a tutto il resto, lascia in eredità un clima di incertezza che certamente disturba i consumi e, quindi, i mercati.

Un inizio a singhiozzo e l’incertezza che non aiuta

“Per via dell’andamento climatico – spiega Montanarellale coltivazioni di pomodoro hanno sofferto a inizio primavera e si sono registrati ritardi. I prezzi si mantenevano alti sia per il cuore di bue, sia per i pomodori a grappolo, il prodotto era poco e la domanda era alta. Ma con l’arrivo della buona stagione, la situazione è oggi di fatto ribaltata“.

In pratica, secondo quanto riferisce il consulente, le piante sono cariche di prodotto e, inoltre, occorre fare i conti con l’invasione del prodotto estero, soprattutto quello olandese, che viene riversato sui nostri mercati a prezzi bassissimi, si parla di 0,30 euro il chilo: “Il cuore di bue sta soffrendo molto – puntualizza Montanarella – Ma tra un paio di settimane, intorno alla metà di luglio, ci attendiamo che si torni alla normalità“. A patto però che torni a crescere la domanda: “La Puglia è un indicatore importante rispetto a quanto sta succedendo in Italia – prosegue – I consumi lungo le coste non salgono come normalmente fanno in questa stagione per via della carenza di turisti, inoltre manca, o comunque stenta, il canale Horeca“.

Riassumendo, dunque, se nella cosiddetta fase 1 dell’emergenza sanitaria i consumi di pomodori sono cresciuti, anche per via dell’isteria di massa verso l’approvvigionamento dei prodotti alimentari, oggi, in piena fase 3, i consumi di pomodoro si contraggono: “Sono ancora molti gli stranieri che, una volta in Italia, devono essere sottoposti a quarantena – ricorda Montanarella – Sono quindici i paesi extra Schengen coinvolti nell’apertura titubante delle frontiere il che, unitamente alle notizie circa le ipotetiche catastrofi autunnali, genera incognite che si traducono in contrazione dei consumi, perché non permettono previsioni certe e generano dunque incertezza. Per avere qualche dato in più, dovremo attendere”.

Dunque una stagione da dimenticare? “Non del tutto – spiega – In queste situazioni, il prodotto coltivato in esclusiva per un determinato cliente, aiuta: siamo davanti a una rivoluzione epocale per l’agricoltura“.

Fatturato al metro quadrato, un cambiamento epocale per l’agricoltura

Il riferimento è agli accordi che i breeder di pomodori fanno con la Gdo, accordi con i quali gli agricoltori si impegnato a conferire il prodotto, i supermercati a ritirare: “Si tratta dell’inizio di un cambiamento epocale – racconta l’esperto – Perché, anche l’agricoltura, inizia a ragionare in termini di fatturato al metro quadrato. I prodotti dedicati, quelli di nicchia, in questo modo soffrono meno”.

In pratica, si procede con le produzioni già collocate e il prezzo già stabilito; non contano le dimensioni aziendali, ma come si lavora: “Se i criteri guida sono la qualità e l’innovazione – conclude – nessun produttore è escluso“.

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