Le imprese associate al Gruppo IV Gamma di Unione Italiana Food si interrogano sull’attuale situazione post Covid-19. La fase 2, infatti, è appena cominciata ma affinché il settore agroalimentare possa ripartire al meglio e nella giusta direzione è fondamentale conoscere l’impatto che la pandemia da Covid-19 ha avuto e continuerà ad avere su tutto il mercato, specialmente su quello della IV gamma che ha subito in maniera molto forte questa crisi.
Se da un lato, la fase 2 dovrebbe garantire un recupero dei volumi nell’ambito del retail, dall’altro restano purtroppo due problematiche importanti. La prima è il canale Horeca che, dopo la chiusura totale di oltre due mesi, sta affrontando una ripresa graduale, con ancora molti punti interrogativi e non priva di difficoltà. L’altra è rappresentata dall’aumento dei costi fissi che le imprese del settore stanno affrontando, legati a tutte le disposizioni di sicurezza da attuare, sia in termini di acquisto di dispositivi sia in termini di riduzione del personale operante (dovuto alla necessità di rispettare le distanze di sicurezza).
“Gli adeguamenti alle direttive del Governo hanno richiesto a tutti noi un enorme sforzo, anche economico. Ovviamente è stato fatto con grande senso di responsabilità, allo scopo di garantire una continuità di approvvigionamento dei prodotti freschi presso i punti vendita della grande distribuzione. Tutto ciò senza rinunciare agli elevati standard qualitativi ai quali siamo abituati. Purtroppo, i risultati di questi mesi non sono positivi, per questo credo possa essere importante avviare una riflessione tra gli attori della filiera per capire come riavvicinare i consumatori alla IV gamma”, afferma Andrea Battagliola, direttore generale La Linea Verde.
I nostri comportamenti di acquisto, infatti, non sono ancora tornati a come erano prima della pandemia. La frequenza di visita ai punti vendita non è ancora aumentata e i prodotti ready to eat sono ancora in sofferenza, anche per via del prosieguo della tipologia di lavoro in smartworking, che vede in prima linea tutta quella fascia di consumatori “da ufficio”, principale target di insalate arricchite. In generale, quindi, casa nostra rimane ancora il luogo principale di consumo dei pasti.
“Durante l’emergenza i prodotti di IV gamma hanno subito una flessione, dettata sicuramente dal fatto che si tratta di referenze a shelf life limitata e che i consumatori hanno ridotto gli acquisti di prodotti servizio. Credo che, oggi più che mai, bisogna avere la capacità di guidare un cambiamento positivo, che possa trasformare le difficoltà in nuove opportunità. L’emergenza può aver portato, anche solo temporaneamente, un cambio dei consumi. Bisogna provare ad intercettare e anticipare le esigenze dei consumatori così da poter accelerare una ripresa nei volumi”, dichiara Simone Zerbinati, direttore generale dell’omonima azienda, associata a Uif IV Gamma.
Il calo delle vendite poi non si ripercuote solo sulle aziende della IV gamma ma anche sui loro fornitori del settore agricolo che, oltre all’aumento dei costi fissi, faticano a programmare le produzioni delle prossime settimane a causa dell’incertezza dei volumi che potranno essere assorbiti dal canale della IV gamma.
Nonostante la situazione sia tuttora delicata, tutte le imprese associate a Unione Italiana Food IV Gamma guardano al futuro del settore, con l’obiettivo di aumentare ancora di più la sicurezza alimentare, e confidando che la sempre collaborativa relazione tra industria agroalimentare e distribuzione possa proseguire, ognuno consapevole dell’importanza dei reciproci ruoli per garantire la presenza dei prodotti di IV gamma sui punti vendita e nelle case dei consumatori.