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Pomodori, Grasso: “Prezzi (e operatori) responsabili”

In Italia gli scambi sono regolari, nessun effetto coronavirus. Cambiano solo modalità e frequenze d’acquisto

I pomodori siciliani al momento non soffrono la mancanza di manodopera. E questa, in tempi di coronavirus, con mezza Europa bloccata dal divieto di circolazione delle persone, è già una buona notizia. In più, moltissime aziende si sono adoperate per garantire eccellenti condizioni di sicurezza e abbattere i rischi di contagio.

Asse portante del territorio, i pomodori non hanno subito alcun contraccolpo negativo per via dell’emergenza coronavirus – dice a myfruit.it Guido Grasso, titolare dell’azienda Dorilli di Vittoria (Ragusa) – I consumi sono stati da uguali a maggiori rispetto allo stesso periodo di un anno fa”.

Sia i produttori, sia la grande distribuzione organizzata, però, ha rilevato un cambiamento nella frequenza di acquisto e nelle modalità di approvvigionamento. “Mentre prima erano regolari giorno per giorno della settimana, ora registriamo picchi di approvvigionamento in alcune giornate a discapito di altre – spiega l’imprenditore siciliano – Sommando i volumi, comunque, non ci sono differenze. Visto che la problematica Covid-19 è un’emergenza nazionale mi aspetto che tutti gli attori abbiano sobrietà nella gestione dei prezzi”.

Come è noto, il mercato dell’ortofrutta è basato sul rapporto tra domanda e offerta e quotazioni settimanali del prezzo per la natura stessa del prodotto, influenzato dalle condizioni climatiche. “Ho confermato le azioni promozionali che avevamo pianificato diversi mesi fa, rispettando gli accordi presi, nonostante l’elevata domanda del momento contingente  – continua Grasso – Fino a oggi l’areale di Vittoria ha mostrato una grandissima dignità. Qualche piccola fluttuazione, ma nessun fenomeno speculativo dal lato prezzo alla produzione e nemmeno dal lato della distribuzione organizzata”.

“I prezzi, in effetti, sono aumentati solo dell’8-10%. In centesimi parliamo di incrementi risibili – commenta Grasso – Significa che il ciliegino ordinario prima del coronavirus spuntava 1,20-130 euro e ora oscilla verso gli 1,50. Chi è del settore sa che, in determinati periodi, al di sotto di certi prezzi c’è qualcosa di malsano. Diciamo che i produttori sono più spesso responsabili di oscillazioni verso l’alto e la gdo di oscillazioni verso il basso”.

L’azienda Dorilli è specializzata nella produzione e vendita 12 mesi l’anno del ciliegino Kamarino e del Kamarino da insalata, disponibile da novembre a luglio. “Siamo impegnati nella produzione di pomodori ad alto contenuto etico, quindi sostenibilità, qualità, non solo gusto, che è comunque il nostro elemento trainante. Da due anni, nella linea premium Kamarino oltre al ciliegino produciamo l’insalataro rosso, con bacca da 90-100 grammi che intercetta il bisogno di tornare alle insalate a gusto elevato. Consigliamo le confezioni da 250 grammi per il ciliegino e da 400 per l’insalataro, ma facciamo anche private label e confezioni concordate con il cliente”, conclude Guido Grasso. Il fatturato della Dorilli è fatto equamente dalle vendite in Inghilterra, Svizzera e Italia.

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