Conoscere chi ha coltivato esattamente le patate del sacchetto che viene acquistato. Non solo: riuscire ad avere anche tutte le informazioni sugli ettari coltivati, curiosità e cenni storici relativi a quel determinato produttore e a quel determinato terreno. Sono alcune delle informazioni che d’ora in poi sarà possibile avere a disposizione da un sacchetto di patate di Bologna Dop dopo aver scansionato un QR Code presente su ogni confezione.
Si chiama “Coltivatori di valori” il nuovo progetto presentato dal Consorzio di Tutela martedì 6 novembre al FI.CO di Bologna. All’insegna della completa tracciabilità, lo spazio web che ospiterà tutte queste informazioni – è possibile anche collegarsi a www.patatadibologna.it/coltivalori/ e inserire il Codice di Rintracciabilità (C.R.). – consentirà anche di fare una ricerca dei coltivatori per Comune e sfogliare le pagine dei singoli coltivatori scorrendo la gallery fotografica.
«Siamo estremamente orgogliosi di questo progetto che abbiamo fortemente voluto per dimostrare la nostra trasparenza nei confronti dei consumatori, i quali devono essere sicuri ed informati sulla qualità e sulla tracciabilità del prodotto che vanno ad acquistare» ha dichiarato Davide Martelli, presidente del Consorzio che ha sottolineato l’importanza del piano di controlli ai quali sono sottoposti tutti i soci del Consorzio.
Un plauso è arrivato anche dal Vicesindaco della Città metropolitana Fausto Tinti, che oltre a ricordare le antiche radici territoriali della Patata di Bologna ha evidenziato il rafforzamento del concetto di tracciabilità che si ottiene grazie a questa operazione.
“La rintracciabilità diventa il vero e proprio biglietto da visita di un prodotto che continua a crescere, valorizzando il territorio e la sua storia” ha infine affermato l’Assessore regionale all’Agricoltura Simona Caselli. “La qualità dei prodotti Dop e Igp passa anche attraverso tecniche produttive rivolte alla sicurezza del consumatore e alla salvaguardia dell’ambiente e a questi obiettivi è rivolta l’azione della Regione. Attraverso le proprie strutture tecniche, tra le quali il servizio Fitosanitario, la Regione si fa interprete delle esigenze dei produttori e dà un forte sostegno alla ricerca, come nel caso del progetto sulla “certificazione analitica della patata dell’Emilia Romagna” finanziato con la Misura di innovazione nell’ambito dei progetti di filiera del Psr. È la dimostrazione – conclude Caselli – che la politica di sostegno all’innovazione e alla promozione è indispensabile per valorizzare le Indicazioni geografiche e le produzioni tradizionali di cui è ricca l’Emilia-Romagna, come dimostra l’iniziativa di oggi che dà l’avvio al secondo dei due importanti progetti di promozione della patata bolognese che la Regione ha finanziato al Consorzio, tramite il Psr, per oltre 400 mila euro».