Circa un terzo in meno della produzione a livello nazionale rispetto al 2018, con una sensibile diminuzione di più del 30% per la regina delle pere italiane, vale a dire l’Abate. È quanto comunica l’OI Pera dopo aver analizzato e discusso le stime produttive della campagna 2019/2020 nel comitato di coordinamento dello scorso 17 luglio. Le previsioni produttive sono state svolte dal CSO Italy “calcolate sulla base di un metodo oggettivo, basato sulla conta dei frutti in un campione rappresentativo di aziende distribuito in tutte le principali aree di produzione. I risultati tengono anche conto dell’andamento delle superfici”.
Il risultato porta ad una stima di 511mila tonnellate, con un calo che colpisce un po’ tutte le principali varietà italiane, sostanzioso per Conference e Kaiser, più lieve per William B.C., Santa Maria e Max Red Bartlett. Per quanto riguarda la varietà più diffusa in Italia, la Abate, il calo dovrebbe attestarsi secondo il CSO Italy intorno a un -34% a livello nazionale.
Tra i motivi che spiegano questo calo “alcuni problemi in fase di fioritura e allegagione, problematiche collegate a forte presenza di cimice, alternaria e valsa in diverse varietà” ai quali si aggiunge “un calo delle superfici in produzione che nella regione Emilia Romagna si attesta sul -3%. Prosegue, infatti, il calo di superfici per varietà come Conference, Kaiser, Decana, a cui si aggiunge anche una diminuzione del potenziale di Abate che in regione vede flettere gli investimenti produttivi del 5%”.
Sul fronte della qualità, Gianni Amidei, Presidente dell’OI Pera, afferma come si presenti simile a quella dell’anno scorso. “I calibri delle varietà estive potrebbero essere tendenzialmente più contenuti rispetto al 2018, in quanto nonostante il minor numero dei frutti, il grande caldo di giugno e inizio luglio ne ha un po’ ostacolato lo sviluppo. Pezzatura invece in linea con il 2018 per le varietà autunno-invernali, che già in questi giorni beneficiano di temperature più fresche. Non molto diversa la situazione produttiva negli altri Paesi europei produttori di pere, dove in particolare in Belgio e Olanda grandi produttori di pere si denuncia una diminuzione dal 30 al 50% rispetto al 2018 a seconda delle varietà”.