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IV gamma: chi sale e chi scende

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Cresce, complessivamente, il mercato della IV Gamma. Bene, anzi benissimo, le insalate in ciotola e le insalate con i cereali. Cresce la frutta già tagliata, perdono i burger. Il punto con Andrea Montagna, presidente del gruppo IV gamma di Unione Italiana Food

Un mercato che sta andando molto bene, che è in costante crescita e che vale complessivamente 880 Milioni di Euro. È questo, in sintesi, il settore della IV Gamma. Ne abbiamo parlato con Andrea Montagna, presidente di Unione Italiana Food, Gruppo IV Gamma il quale, supportato dalle rilevazioni Nielsen (al 16 giugno 2019, ultimi dati disponibili), ha potuto tracciare un quadro preciso e puntale della situazione.

AndreaMontagna_Presidente Unione Food

AndreaMontagna, Presidente Unione Italiana Food

Complessivamente, considerando anche la situazione disastrosa, climaticamente parlando, dei mesi di aprile (-3%) e di maggio (-8%), e facendo riferimento a dati su tutta Italia che considerano sia la grande distribuzione, sia il canale discount, si tratta di un mercato che cresce in valore del 4%, in volume del 7%. Ma considerando il mese di giugno e i primi giorni di luglio, in cui si sono registrate temperature in linea con la stagione, Montagna si aspetta una crescita pari al 10 per cento. D’altro canto stiamo parlando di un segmento che ha raggiunto una penetrazione del mercato notevole e comunque in crescita: 8 famiglie su 10 consumano prodotti di IV Gamma e lo fanno sempre con maggior frequenza.

«Un mercato giovane, che cresce in maniera sana – ha commentato il Presidente -. Se devo muovere una critica, ritengo solo che occorre stare molto attenti alla qualità e meno alle operazioni di prezzo: la IV Gamma, attualmente, cresce di più in volume che in valore».

Detto questo, con il Presidente abbiamo affrontato le dinamiche delle singole referenze, partendo dalla frutta. La quale vale 30 milioni di Euro e che secondo Montagna «è sicuramente in forte crescita» (all’Associazione, attualmente, non fanno capo produttori di questa tipologia di prodotto, ndr). Crescono, del 3%, le insalate in busta (rappresentano 700 milioni di Euro), così come crescono, di ben il 6%, le verdure da cuocere: «Sono l’unica referenza che ha beneficiato del freddo dei mesi di aprire e maggio», ha fatto notare Montagna.

Ma la vera sorpresa sono le insalate in ciotola: «Crescono del +17,5 per cento – ha fatto notare il Presidente – e valgono 40 milioni di Euro. Sono nate come prodotto estivo – ha ricordato – e si alternavano, sugli scaffali della GDO, con le zuppe. Oggi vivono una vita a sé, e sono presenti anche nei mesi invernali, in tutte le stagioni». Merito anche delle nuove ricettazioni, che hanno introdotto, all’interno dell’insalata in ciotola, le proteine (formaggi, pesce, carni) e che hanno diversificato il condimento: non solo olio e aceto, ma anche salse. Alle insalate in ciotola si affianca un altro prodotto che sta mostrando ottime performance: sono le insalate con cereali le quali, con un valore di 22 milioni di Euro, crescono al ritmo del +10,3 per cento. «Sono comode, salutari e nutrienti – ha commentato Montagna – e rappresentano un’alternativa alle insalate in ciotola, ma anche alle zuppe. Si collocano infatti a cavallo tra la IV e la V gamma».

Quanto ai burger, sono l’unica referenza che continua a scendere (-9%). «Ma – ha precisato Montagna – si tratta pur sempre di un mercato che vale 40 milioni di Euro». Secondo il Presidente, il calo si giustifica con la bolla di due anni fa: «Si tratta di un calo fisiologico, dopo il primo entusiasmo i burger stanno rientrando nel loro ruolo. Il consumatore che cerca questo tipo di prodotto c’è – ha proseguito -; la sfida futura è sdoganarli dai consumatori vegetariani e vegani, proponendoli come alternativa alla proteina animale. Ma si tratta di un prodotto che difficilmente si colloca nel reparto ortofrutta, è un prodotto da libero servizio».

Infine, seppur non supportata dai dati Nielsen, il Presidente ha chiosato con una riflessione sugli estratti di frutta: «Un po’ come per i burger, due anni fa abbiamo assistito a un’esplosione dell’offerta degli smoothie – ha concluso -. Ritengo che siano un prodotto che sta crescendo bene, ma che giustamente è tornato a occupare gli spazi che gli competono».

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