«Nella prima parte dell’anno si è registrata una campagna molto difficile per non dire disastrosa sul fronte prezzi, si è venduto, come spesso capita, il pomodoro al di sotto dei costi di produzione. Credo che annate come questa non siano sopportabili per i produttori«. Così Stefano Soli , direttore generale di Valfrutta Fresco, commenta la situazione nazionale per quanto riguarda il mercato del pomodoro da mensa.
All’origine della difficoltà ci sono “problemi strutturali del sistema ma anche tante responsabilità degli stessi produttori – continua Soli – manca una programmazione della produzione legata alla commercializzazione, l’offerta è polverizzata e caratterizzata da un numero enorme di varietà, quantitativamente importanti ma qualitativamente scarse. Non siamo a conoscenza di quanti ettari delle diverse tipologie e varietà siano in coltivazione e sul mercato ci sono ancora troppi interlocutori improvvisati che, non avendo sbocchi commerciali, offrono prodotto a condizioni inaccettabili. Questa situazione di caos crea sui mercati un crollo dei prezzi, in un circolo vizioso dove, per poter competere, si privilegiano varietà che generano quantità ma spesso non qualità con conseguente insoddisfazione dei clienti e calo dei consumi».
«Inoltre – prosegue Soli – questa debolezza del mercato fa sì che anche un minimo incremento dell’offerta crei tensione e conseguente calo dei prezzi al di sotto dei costi di produzione. Purtroppo il perdurare di questa situazione sta mettendo a rischio la sopravvivenza di un distretto, quello del pomodoro siciliano, che rappresenta una delle tante eccellenze dell’Italia ortofrutticola».
Anche per Vittorio Gona direttore commerciale della siciliana Alba Bio che produce solo pomodori biologici, i produttori dovrebbero fare programmazione e aggregarsi. «Quest’anno abbiamo registrato un calo del 30% sul fronte dei prezzi – spiega – il problema è anche la concorrenza di Paesi come Marocco e Spagna che offrono pomodoro a prezzi bassi. I produttori siciliani, come fanno i produttori in altri Paesi, dovrebbero aggregarsi per fare massa critica: essere commercianti di se stessi è un metodo che penalizza». Attiva da vent’anni sul mercato con tutta la gamma di pomodoro biologico, Albabio genera il 90% del fatturato all’estero, nei Paesi europei. «Da parte dei grossisti italiani dovrebbe esserci buon senso e privilegiare i prodotti italiani per la Gdo».
Valfrutta Fresco, che ha debuttato nel 2008 proprio con il pomodoro, ha scelto una strategia precisa. «Puntiamo sulla qualità con selezioni e scelte rigide dal punto di vista varietale: abbiamo messo in campo una segmentazione dell’offerta puntando sulle caratteristiche organolettiche offrendo il meglio delle diverse tipologie di prodotto; oggi ne commercializziamo 8 di cui 5 presenti 12 mesi all’anno. Abbiamo attivato negli anni collaborazioni con produttori con un’alta professionalità, puntando su qualità e basso impatto ambientale anche nelle scelte delle modalità produttive e nelle tipologie di serre con l’incremento delle produzioni fuori suolo e l’utilizzo delle più innovative tecnologie. A completare il nostro progetto sul pomodoro un costante rapporto di collaborazione anche con tutte le principali società sementiere per sviluppare nuove varietà in linea con le richieste del mercato e migliorare costantemente la nostra offerta».
Foto in alto, da sinistra: Stefano Soli e Vittorio Gona