Se molta uva da tavola pugliese prende il largo verso Europa e Nord Africa, quella siciliana resta invece nel Belpaese.
L’80% dell’uva da tavola di Mazzarrone Igp, ad esempio, viene venduta nella grande distribuzione organizzata italiana e da quest’anno il prodotto è stato inserito anche tra le eccellenze a marchio Igp sugli scaffali Auchan. Una grande soddisfazione per il presidente del Consorzio Giovanni Raniolo, rieletto per il terzo anno consecutivo.
«Siamo già presenti nelle principali insegne, tra cui Coop e Conad, e quest’anno abbiamo chiuso un importante accordo con il gruppo Auchan Italia che ha riconosciuto la qualità della nostra uva. Dai primi giorni di settembre sarà un prodotto di eccellenza Igp a marchio Auchan» spiega Raniolo.
Il forte caldo che ha interessato anche la Sicilia ha anticipato la maturazione dell’uva di Mazzarrone che quest’anno si caratterizza per altissima qualità e gusto molto intenso. «Abbiamo un prodotto di eccellenza e prevedo quest’anno un aumento di fatturato di circa il 20-30%». L’uva di Mazzarone Igp viene venduta anche in Francia, Germania, Svizzera, Austria e sta entrando negli Emirati Arabi, ma il mercato italiano resta quello principale: «Il nostro prodotto è tipicamente dolce, di colore giallo paglierino e con forte gusto di moscato, caratteristiche più gradite all’area mediterranea – spiega Raniolo – l’uva pugliese, caratterizzata da chicchi grandi e più chiari dei nostri, è forse più gradita nei Paesi del Nord».
Eppure è anche merito dell’uva di Mazzarrone se di recente sono riprese le esportazioni di uva da tavola italiana in Canada, interrotte dal Paese americano nel 2007 per problemi fitosanitari. Il consorzio, assieme all’associazione di produttori pugliesi Apeo, ha partecipato ad un progetto promosso dalle due Regioni assieme al ministero dell’Agricoltura per riallacciare rapporti commerciali con il Canada. Alcuni funzionari canadesi sono venuti in visita nelle aziende pugliesi e siciliane, dopo un iter durato un anno e mezzo i produttori hanno avuto il via libera per esportare l’uva in Canada. «Gli importatori si stanno avvicinando – conclude Raniolo – per ora abbiamo un buon riconoscimento».