Cala la produzione in Belgio (-7%) e Olanda (-18%), rimane stabile in Spagna, cresce in Portogallo e in Italia. È questo, in sintesi, lo scenario europeo sulla produzione di pere così come emerge dai dati diffusi dall’OI Pera ed elaborati dal CSO Italy, presentati a inizio agosto a Prognosfruit, annuale appuntamento che stima la produzione di mele e pere nel vecchio continente e che quest’anno si è tenuta a Lerida in Catalogna.
Complessivamente l’offerta europea è stabile e simile a quella della passata stagione, con un lieve calo dell’1% e dell’8% in meno rispetto alla media del triennio 2014-2016. In Europa la produzione totale di pere stimata raggiungerà circa 2,148 milioni di tonnellate con importanti paesi produttori che, come abbiamo visto sopra, denotano un calo rispetto alla precedente stagione: il Belgio stima una produzione di circa 300.000 tonnellate, sotto il 15% rispetto alla media del triennio precedente, mentre l’Olanda con 307.000 tonnellate rimane sotto il 14% sulla media degli anni passati.
L’Italia cresce del 5% rispetto al 2016 con una produzione stimata di circa 719.000 tonnellate e rimanendo prossima ai valori medi del periodo 2014-2016. L’altro paese in crescita è il Portogallo con un’offerta prevista di 186.000 tonnellate e un +65% rispetto all’anno scorso 2016, un dato solo apparentemente eclatante ma normale se consideriamo l’annata fortemente negativa dello scorso anno.
Per quanto riguarda le varietà, a livello europeo diminuisce il quantitativo di Conference (-7%) e William (-5%), mentre l’Abate Fetel è stimata in crescita del 12% rispetto ai bassi quantitativi dello scorso anno. Scendendo nel dettaglio delle previsioni relative all’Italia, tutte le principali varietà mostrano segni positivi se confrontati con l’anno precedente: Abate +12%, Kaiser +3%, Decana +11%, Santa Maria +15%. Fanno eccezione solo William (-5%) e Conference (-2%).
“Siamo di fronte ad un’annata – dichiara Gianni Amidei, presidente dell’OI Pera – di sostanziale stabilità produttiva con dati che si attestano intorno alla media degli ultimi tre anni. In Emilia Romagna – prosegue Amidei – che rappresenta la Regione leader europea, con circa 486.000 tonnellate, il livello produttivo sale del 6% sul 2016 ma si pone perfettamente in linea alla media degli ultimi anni. Le rese appaiono superiori allo scorso anno per tutte le varietà mentre in termini di superfici si nota una stabilità per Abate, William, Santa Maria, Max Red Bartlett, mentre si registrano ancora cali per Kaiser, Decana e Conference. A fronte di una produzione stabile – conclude Amidei – prevediamo un’ottima qualità delle produzioni grazie all’andamento climatico particolarmente caldo e soleggiato pur registrando calibri non elevati a causa della siccità estiva. Le prospettive sono positive e ritengo possano trovare le condizioni idonee per un’ottima remunerazione del prodotto”.