Nato nel 2011 da un gruppo di trenta produttori, oggi il pomodoro Torpedino coltivato nella zona di Fondi nel Lazio è ad un punto di svolta: i produttori sono rimasti in dieci, di cui sette a Fondi e tre in Sicilia, ma le superfici coltivate sono aumentate e sfiorano i dieci ettari. E l’azienda Mafalda, che ha l’esclusiva sul prodotto, sta incrementando le vendite oltre confine.
«Siamo partiti nel 2011 con trenta produttori, poi siamo rimasti in tredici e oggi in dieci ma si tratta dello zoccolo duro che coltiva il prodotto già da due anni – spiega Mariano Di Vito titolare dell’azienda Mafalda – sono rimasti quelli che credono nel progetto e lo stanno portando avanti con passione».
Nella zona di Fondi le superfici coltivate sono aumentate del 25% arrivando a otto ettari contri i sei degli anni precedenti. «Il nostro obiettivo – prosegue Di Vito – è arrivare a venti ettari». Il progetto è, quindi, ormai stabile e quest’anno ha risentito del calo dei prezzi come tutte le altre varietà di pomodoro per l’aumento di offerta. Il Torpedino, spiega Di Vito, «riesce comunque a mantenere dei margini soddisfacenti, riscontriamo una buona risposta dal pubblico».
Le aree di maggiore distribuzione sono Roma, Milano e Napoli: inizialmente il Torpedino era presente sugli scaffali Conad ma ora si sta allargando ad altre insegne della grande distribuzione organizzata. E soprattutto, in controtendenza con le altre varietà di pomodoro italiano che faticano ad approdare su mercati esteri, il Torpedino si sta diffondendo sempre di più oltre confine.
«In Inghilterra abbiamo triplicato le quantità, in particolare a Londra e nell’area di Manchester siamo passati da tre a nove quintali a settimana. Non si tratta di grossi quantitativi ma nel nostro piccolo ci stiamo muovendo. E, visto che il pomodoro ha un’ottima shelf-life, stiamo cercando di raggiungere un accordo con un gruppo di distribuzione che serve Tokyo e Singapore».