I numeri sono sempre stati piccoli e lo sono tuttora. Però qualcosa sembra stia cambiando. Parliamo della frutta già lavata, tagliata e confezionata, di IV gamma. Un mercato che stenta a decollare nel nostro Paese sebbene esistano anche brand dedicati che stanno riscuotendo riscontri positivi. Un po’ come quelli che Orsero sta ottenendo con Fruttital Firenze in Toscana, tanto che tra i new business che l’azienda pensa di perseguire nel prossimo futuro c’è, e con una certa decisione, anche quello della IV gamma di frutta, come sottolineato durante la conferenza di presentazione dei dati di Milano di giovedì 13 aprile.
Tutto sembra ruotare intorno a due fattori: la qualità del prodotto e la distribuzione. L’esigenza legata al servizio e la richiesta di una maggior fruibilità per il consumo di frutta da parte del consumatore c’è già, invece, secondo l’azienda. Ora, quindi, sempre soprattutto la Gdo a doverci credere. Ne abbiamo parlato con Raffaella Orsero, Ceo di Orsero Spa, in coda alla conferenza milanese.
IV gamma di frutta. Un mercato ancora piccolo in Italia. Da cosa deriva l’idea di puntare in questo settore? Una scommessa o avete qualche segnale preciso?
Abbiamo una startup in Toscana, Fruttital Firenze, che fa frutta tagliata da tre anni. Lo fa per Coop e Conad che gliel’hanno chiesto. Praticamente è stato un po’ un processo al contrario rispetto a quello che solitamente accade. E i numeri dicono che è in crescita.
Di quali percentuali si tratta?
Una crescita del 25% ogni anno. Certo, parliamo ancora di fatturati piccoli però il trend è netto. Peraltro lo facciamo in un certo modo, perché anche nella frutta tagliata c’è di tutto in commercio. C’è quella con liquido di conservazione, c’è quella senza e la Gdo non sa ancora bene quale strada percorrere. Nel nostro caso noi facciamo frutta tagliata senza liquido di conservazione, quindi ha una shelf-life molto corta e questo è un problema per la Gdo, però in termini organolettici del prodotto non c’è paragone. Infine, noi selezioniamo la frutta all’interno delle confezioni. Molti scelgono la seconda scelta da destinare a questi prodotti, perché tanto è tagliata e non si vede. Noi, invece, abbiamo fatto la scelta di farla con il top di gamma del prodotto.
Perché?
Perché il consumatore, dal nostro punto di vista, deve imparare a capire che la frutta tagliata non è una fregatura, frutta avanzata che gli hai messo lì, deve trovarla buona e ricomprarla. Pe noi la chiave è quella di metterci dentro quindi il top. Però questo porta chiaramente il prezzo medio più alto. Quindi sono tutti aspetti sui quali la Gdo sta riflettendo. Fa esperimenti, poi ci danno i test.
Quindi in questo campo acquisizioni non ci saranno, siete già bravi voi
No, qui non ci saranno acquisizioni. La Toscana è partita con questo esperimento con un piccolo laboratorio dentro il magazzino. Noi dobbiamo decidere se andare avanti su una scala un po’ più grande e replicare quindi il tutto in più parti del territorio con più magazzini o uno solo grande, anche se in questo caso l’incidenza del costo di trasposto poi salirebbe. Perché, aspetto importante, c’è tanta incidenza della logistica in questi prodotti.
Nonostante questo ci credete
Sì, basta guardare il mercato degli Stati Uniti e del Nord Europa e lì la crescita è stata abnorme. Il nostro esperimento è nato in Toscana ed è per ora solo lì, ma lo vogliamo quindi replicare. Ci sono tanti concorrenti in questo settore, in tanti ci stanno provando, però non c’è ancora il vero leader, la Bonduelle della situazione per intenderci.