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Uva da tavola. In Puglia un nuovo modello aperto di innovazione

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Autore Redazione

A Bari l’incontro promosso da Grape & Grape Group. Focus su tre nuove varietà di uva apirene, con un modello opposto alle logiche dei club varietali

Innovazione e collaborazione. Sono le parole chiave che venerdì 24 marzo hanno caratterizzato l’incontro organizzato a Bari da Grape & Grape Group, società che opera nel campo della ricerca di nuove varietà di uva da tavola, nata a giugno dell’anno scorso.

L’obiettivo, sottolineato durante l’incontro, è quello di cercare di cambiare le prospettive di un settore come quello dell’uva da tavola, fondamentale all’interno dello scenario ortofrutticolo nazionale e pugliese in particolare. Basti osservare l’attuale situazione in Puglia che registra quasi 14.000 ettari di produzione persi negli ultimi 15 anni nonostante il mercato mondiale dell’uva da tavola sia cresciuto in tutto il mondo (+5% export mondiale e +7% import mondiale, dati USDA).

È anche per cercare di invertire questo trend che è nata Grape & Grape Group, che vuole rispondere a una sfida: riunire sotto un unico progetto l’intera filiera, dalla ricerca alla valutazione delle nuove varietà, dal supporto agronomico ai produttori fino alla commercializzazione nazionale ed internazionale. Al momento ne fanno parte produttori ed esportatori di esperienza e con una presenza consolidata sui mercati: OP Secondulfo, Frudis, Sop, Fra.Va., Dr. Franco Pignataro e F.lli Laporta. Insieme rappresentano 578 ettari di produzione propria e 56.000 tonnellate di uva commercializzata. A questi si aggiungono l’apporto del Prof. Stefano Somma (Di.S.S.P.A.), di Agrisoil (ricerca) e di Agriproject (valutazione e consulenza agronomica).

Apulia Rose, Luisa e Fiammetta. Crescono consenso e ettari 

I risultati del lavoro di questa nuova realtà sono tre nuove varietà di uva apirene: Apulia Rose, Luisa e Fiammetta. Sono state brevettate e sviluppate dal Prof. Somma, acquisite da Grape & Grape e stanno crescendo rapidamente sia come produzione che come consenso sui mercati, tanto che sono passate dai 6 ettari del 2012 ai 235 ettari di quest’anno.

Apulia Rose (brevettata nel 2007) è una uva rossa senza semi allevata su 125 ettari. Grazie al colore rosso-violaceo e ad una maturazione tardiva (da metà settembre a novembre) è apprezzata dal mercato tedesco. Luisa è, invece, una uva senza semi di colore giallo e con una stagione di commercializzazione particolarmente lunga poiché inizia a metà giugno con le produzioni siciliane in serra e si protrae fino a dicembre grazie all’elevata resistenza in pianta e alla buona conservabilità dopo la raccolta. Anche gli zuccheri sono generalmente buoni: Luisa sviluppa normalmente 16% brix con un leggero sapore moscato. Fiammetta, infine, è sempre una seedless di colore rosso cardinale, dalla consistenza croccante in grado di raggiungere un grado brix del 18%. È stata brevettata nel 2010 e finora ne sono stati piantati 8 ettari che quest’anno saranno al secondo anno di produzione.

È stata individuata anche una varietà simile a Pizzutella, una delle cultivar con semi più apprezzate sul mercato italiano. La nuova selezione è più produttiva di Pizzutella e ne evita gli imbrunimenti.

Un modello aperto

Il presidente Massimiliano Del Core ha sottolineato come “Grape & Grape Group sia un progetto aperto: “contiamo di aumentare il numero di soci e contemporaneamente diffondere le nostre varietà tramite un modello che è il contrario dei club varietali – ha affermato Del Core -.  Chi acquista i diritti delle varietà di Grape & Grape non avrà vincoli di commercializzazione né di quantità di produzione. Stiamo inoltre sviluppando un piano di comunicazione con l’obiettivo di promuovere e comunicare un brand forte e riconoscibile”.

Grape & Grape ha parlato anche di un “futuro sempre più ricco di opportunità per frutta e uva: in Italia si stima in € 40 miliardi la spesa annua per cattiva alimentazione, mentre la frutta torna a essere “cool”, in particolare per bambini, donne in carriera e il target 18/44 anni. Il consumatore italiano sta cambiando velocemente le proprie preferenze

l’uva senza semi è aumentata in cinque anni dal 34% (2011) al 46% (2016), mentre la preferenza per la tradizionale uva con semi è calata nello stesso periodo dal 33% al 21%.

Un terzo dei consumatori non ha espresso preferenze e questo rappresenta una grande opportunità per la comunicazione”.

Un campione di 1267 adulti ha individuato quattro criteri per la scelta dell’uva: con grandi chicchi, senza semi, dorata, succosa e croccante. Il 58,4% degli intervistati non è stato in grado di specificare il nome della varietà di uva più gradita.

Insomma, l’obiettivo ora, dopo i ritardi del passato, è quello di rispondere alle nuove sfide generate dall’innovazione varietale e dalla mutate esigenze di mercato, globalmente dinamico e dalle opportunità crescenti. La filiera dell’uva da tavola italiana potrà tornare a dare risultati solo coniugando una secolare esperienza (la varietà Italia è stata sviluppata nel 1911) con un approccio completamente nuovo e orientato all’innovazione.

Nella foto in alto, da sinistra: Prof. Stefano Somma (Agrisoil), Massimiliano Del Core (Presidente GGG),
Antonio Mastropirro (Agriproject)

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